Coronavirus. Les: “preoccupazione in Questura, nessun protocollo e paura contagio"

Cosenza Salute
Renato Guaglianone

“Molti dei nostri uffici per ragioni logistiche, accolgono gli utenti in spazi angusti e privi anche di un adeguato ricambio d’aria, creando di fatto un luogo che la sanità pubblica consiglia di evitare” così Renato Guaglianone, Segretario Generale Provinciale del sindacato di Polizia LeS (Libertà e Sicurezza) per la provincia di Cosenza si dimostra seriamente preoccupato per la propagazione del Coronavirus negli uffici della Questura di Cosenza.

“Purtroppo, siamo venuti a conoscenza che già dalla fine di gennaio, alcuni poliziotti, per motivi lavorativi hanno avuto contatti con persone provenienti da città cinesi, adesso isolate come Zhejiang, Sichuan. Tuttavia, dopo aver opportunamente segnalato il problema a chi di dovere non è stato ancora preso alcun provvedimento per quanto riguarda la protezione degli utenti e dei poliziotti, - spiega il segretario Les - né per la profilassi dei colleghi che sono stati a contatto con le persone potenzialmente contagiate dal Coronavirus”.

Le condizioni di lavoro in cui giornalmente i colleghi degli uffici Pasi (Polizia Amministrativa e Sociale e dell'Immigrazione) della questura della provincia di Cosenza non assicurano nessuna protezione dal contagio. Infatti, - dichiara Guaglianone - a tutt’oggi non è stato previsto nessun protocollo di prevenzione per evitare il contagio;c’è stata alcuna distribuzione di mascherine, guanti in lattice o altro dispositivo di protezione”.

In conclusione, Guaglianone dice: “vorremmo che chi entra nei nostri uffici si possa sentire sicuro anche sotto l’aspetto sanitario, distribuire delle mascherine e posizionare dei dispositivi per la disinfettazione delle mani per gli avventori, non penso che sia cosi oneroso, ma anche se lo fosse, la salute delle persone non ha prezzo. Inoltre, andrebbe anche implementato un servizio di disinfettazione più accurato nei nostri uffici dove soggiornano per diverse ore cittadini che provengono da diverse parti del mondo e, spesso, per le loro pratiche si presentato con i propri figli a seguito, che giocano e toccano arredi e pavimenti. Sicuramente una situazione che desta preoccupazioni!”