Nel negozio cinese articoli “non conformi”, scatta il sequestro di trecento prodotti
Un sequestro di circa 300 dispositivi elettrici ed elettronici venduti violando le norme sulla sicurezza dei prodotti, e la denuncia a piede libero di un soggetto cinese rappresentano l’epilogo di un’articolata attività di polizia giudiziaria ed economico-finanziaria condotta d’iniziativa dalla Compagnia della Guardia di Finanza di Reggio Calabria.
L’operazione si inserisce nell’ambito di un più ampio piano di controllo del territorio per contrastare il fenomeno della contraffazione, ed è stato eseguito con attività di monitoraggio delle aree e degli snodi della città maggiormente a rischio, oltre che delle attività commerciali e artigiane della provincia.
In questa cornice, le Fiamme Gialle ritengono di aver acquisito forti elementi indiziari sulla possibile vendita, all’interno di un insospettabile negozio del centro cittadino, di una grossa quantità di dispositivi che non sarebbero stati conformi alle norme, appunto, sulla sicurezza e a tutela dei consumatori.
I militari, entrati nei locali dell’attività, hanno constatato sin da subito un atteggiamento alquanto nervoso dei presenti, il che li ha insospettiti facendogli decidere di esaminare attentamente le merce esposta. Da qui si sono accorti che gran parte dei prodotti non corrispondessero alle caratteristiche merceologiche di settore, previste dalle leggi in materia.
In particolare, il marchio di omologazione “CE” apposto su numerosi articoli, seppure bene imitato, non era quello previsto dalla normativa eurounitaria, dal momento che lo stesso riproduceva il logo “China Export”. A conferma di quanto riscontrato, gli oggetti esaminati non riportavano i dati dell’importatore né gli estremi di sicurezza e di certificazione.
Per altri prodotti, invece, si è constatata la presenza sugli stessi di etichette adesive asportabili facilmente e con l’indicazione del marchio “CE” che, apparentemente, sembrava originale, con tanto di dati anche dell’importatore, ma in realtà che non sarebbe stato affatto conforme alle dimensioni e alla foggia previste dalla disciplina legislativa di settore: in pratica il marchio sarebbe stato “fasullo”.
Tra gli articoli non a norma, in particolare, c’erano svariati esemplari di confezioni di luci natalizie, lampade ricaricabili, giocattoli, ricetrasmittenti, lettori di Dvd, proiettori laser olografici natalizi, casse acustiche bluetooth, TV box, microfoni bluetooth e tastiere per personal computer.
Il titolare dell’attività è stato pertanto denunciato all’Autorità Giudiziaria per l’ipotesi di reato di tentata frode nell’esercizio del commercio.