Calabria Sociale: “Ospedale Tropea in crisi, Urologia rischia accorpamento a Vibo”
“La chiusura dell’unità operativa complessa di urologia nell’Ospedale di Tropea, e il suo trasferimento al presidio di Vibo Valentia, è ormai una certezza della quale si percepisce il sentore negli ambienti sanitari provinciali, soprattutto in vista del pensionamento del suo attuale direttore”.
A commentare la nota è Calabria Sociale “ciò che i cittadini esigono, però, non è avere qualcosa a discapito di altri. Quello che pretendiamo, come popolazione della costa turistica più importante della regione a livello di visibilità, è che le amministrazioni locali, la nuova giunta regionale e i rappresentanti del governo riconoscano le radici della mancanza di risorse in questo settore fondamentale. Problemi radicali che se fossero affrontati non costringerebbero a scelte di vita o di morte tra comunità locali”.
“Si evita sempre di denunciare la causa per cui i nostri ospedali cadono a pezzi - prosegue la denuncia dell’associazione. Essa è che la spesa per la sanità pubblica in Calabria è 232 milioni in meno di quella che sarebbe se fosse in linea con la media pro-capite nazionale. Se lo fosse la nostra sanità non sarebbe neanche commissariata. Una delle ragioni è che nel riparto dei fondi si privilegia la spesa storica e ove questo non accade il calcolo dei fondi necessari per erogare i Lea è realizzato con una media pro capite pesata per età, non pesata per la diffusione delle malattie sul territorio. Tutto ciò è tristemente incostituzionale (art. 3 e art.119). Le maggiori obiezioni alla richiesta di ulteriori fondi sono che ciò metterebbe in difficoltà il bilancio dello Stato”.
“Ma questa è una falsità che vuole nascondere la mancanza di volontà politica di prendere le risorse dai settori meno tassati e più parassitari dell’economia. Un esempio su tutti: secondo i calcoli fatti da Diw Berlin – rammenta il direttivo di Calabria Sociale - qualche anno fa una imposta sulle transazioni finanziarie su una larga base imponibile, con un'aliquota dell'1% per entrambe le controparti sugli scambi di azioni e bond sul mercato secondario e dello 0,1% sulle transazioni di derivati, l'Italia avrebbe un gettito fiscale di 32,9 miliardi all'anno anche considerando un'evasione fiscale del 15%. Per non parlare delle risorse che lo Stato potrebbe investire nel sistema sanitario imponendo per un tempo limitato una tassa dell’1% sulla ricchezza delle famiglie più ricche (parliamo dell’1% più ricco, un numero sparuto di famiglie)”.
“Volontà politica permettendo, ci sarebbero abbastanza risorse per incrementare borse di studio a livello generale e posti letto in tutti gli ospedali della regione. L’ospedale di Tropea ha imminente necessità di una sala di rianimazione che renda possibile operare e farlo in sicurezza, ha bisogno di nuovi reparti come, ad esempio, ginecologia, molto sentito dagli abitanti locali. La popolazione non dovrebbe accettare nessuna tergiversazione o pretesto per la mancanza di impegno verso l’ospedale locale (e verso gli altri presidi). Essa – conclude la nota - si aspetta una imminente attività di pressione da parte del nuovo governo regionale, oltre che delle amministrazioni locali”.