Studentessa disabile “abbandonata” dagli insegnati: caso verso archiviazione, la mamma non ci sta
Il pubblico ministero Anna Chiara Reale ha chiesto l’archiviazione di un’inchiesta nata da un presunto caso di discriminazione ai danni di una studentessa disabile frequentante un istituto scolastico di Catanzaro.
Nel registro degli indagati risultavano inscritti gli insegnanti di sostegno della ragazzina, A.M. e M. R., codifeso dai legali Helenio Cartaginese.
Il caso dunque rischia di finire lasciando mille dubbi poiché - secondo Zoom24 - per la Pm: “Alla luce dell’attività svolta non ci sono elementi idonei a sostenere l’accusa in giudizio nei confronti degli indagati”.
L’inchiesta era scattata in seguito alla denuncia della mamma della ragazzina, che aveva riferito agli inquirenti come la figlia venisse trattata con indifferenza dai suoi due insegnanti di sostegno, che avrebbero dovuto occuparsi di lei nell’arco dell’orario scolastico che va dalle 9 alle 13, lasciata spesso in una stanza da sola, abbandonata a se stessa, senza avere la possibilità di essere coinvolta nelle attività formative di classe o di poter giocare con i suoi compagni.
La minorenne sarebbe stata lasciata da sola in un angolo di una stanza, costretta per circa 4 ore a stare seduta su una sedia scomoda per lei, senza mangiare, senza essere aiutata a deambulare, aggravando le già precarie condizioni di salute della bambina.
Fatti tutt’altro che sporadici, che si sarebbero ripetuti più volte nell’arco dell’anno scolastico. Un atteggiamento discriminante, che a detta della madre, sarebbe stato denunciato alla dirigente dell’istituto scolastico, con la speranza che le cose potessero cambiare, ma la bambina “continuava ad essere emarginata” e in occasione di una recita.
I docenti convocati in Procura a sommarie informazioni hanno fornito al pubblico ministero una versione differente rispetto a quella riferita in querela dalla madre della ragazzina. La dirigente ha parlato di coinvolgimento dell’alunna nelle attività scolastiche programmate, sostenendo di non aver ricevuto lamentele in forma scritta sui presunti maltrattamenti e che i genitori dell’allieva non si sono mai recati negli uffici della direzione, se non in occasione della festa di fine anno.
Altri insegnanti sentiti dal pubblico ministero hanno sostenuto che la minorenne avrebbe svolto le sue attività all’interno della classe nel rispetto dei suoi tempi e dei suoi stati d’animo, spiegando come i docenti di sostegno per svolgere attività mirate e di stimolo, avrebbero provveduto a dislocare la ragazzina in un’area dedicata, frequentata anche da altri alunni, dove gli insegnanti avrebbero potuto lavorare agli obiettivi da conseguire senza distrazioni.
Nessun riscontro al narrato della mamma: a detta dei docenti l’allieva sarebbe stata coinvolta tanto nelle attività multimediali tanto in quelle ludico-ricreative.
Per il pm il caso è chiuso. Per la Procura “la circostanza che la denunciante abbia deciso di segnalare all’autorità giudiziaria i predetti accadimenti solo al termine dell’anno scolastico e quando la bambina oramai sarebbe stata prossima a cambiare istituto, impedisce ogni ulteriore approfondimento investigativo”.
Ma la madre della piccola non ci sta a vedersi archiviato un caso, dove i professori avrebbero omesso di far svolgere all’alunna diversamente abile anche esercizi indispensabili per consentirle di poter indicare ad esempio la necessità di bere acqua, “mia figlia più volte arrivava a casa assetata. Accompagnavo mia figlia a scuola, si legge nella querela, e gli insegnati di sostegno non c’erano”, e tramite il suo legale, l’avvocato Antonello Talerico ha proposto opposizione alla richiesta di archiviazione, che verrà discussa davanti al giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Catanzaro Matteo Ferrante il prossimo 20 marzo nel corso dell’udienza a porta chiuse.