Anziani umiliati nella casa di cura, chiuse le indagini per 17
Chiuse le indagini nei confronti di 17 indagati coinvolti nell’inchiesta sui presunti maltrattamenti avvenuti ai danni degli anziani ospiti della casa di cura “San Francesco Hospital” di Settingiano, nel catanzarese.
Da quanto si apprende da Zoom24, negli atti del sostituto procuratore della Repubblica di Catanzaro Stefania Paparazzo ci sono Luca Pilato, 38 anni di Catanzaro; Marco Rocca, 43 anni, di Catanzaro; Antonio Rotella, 54 anni, di Settingiano; Francesco Voci, 38, di Catanzaro; Antonio Munizza, 46, di Settingiano; Antonino Massara, 55, di Catanzaro; Giuseppe Bonifacio, 48, di Catanzaro.
Inoltre, Anna Iannoccari, 58 anni, Catanzaro; Antonio Papuzzo, 50, Lamezia Terme; Rita Cerminara, 37, Soveria Mannelli; Concetta Scarfone, 58, Catanzaro; Marco Amoroso, 34, Catanzaro; Maria Teresa Lucia Pontieri, 60, residente a Catanzaro; Luca Scardamaglia, 35, Lamezia Terme; Caterina Serratore, 51, Filadelfia; Etleva Ramaj, 51, nata a Vlora (in Albania) e residente a Catanzaro; e Antonio Lagrotteria, 30, Catanzaro.
LA VICENDA venne a galla nell’aprile dell’anno scorso quando la Guardia di Finanza di Catanzaro fece scattare l’operazione denominata “Ti fa stare bene” (QUI), sottoponendo ai domiciliari due Oss che lavoravano all’interno della residenza sanitaria “San Francesco Hospital”; altri tre vennero invece raggiunti da un divieto di dimora e undici avvisi di garanzia furono notificati ad altri operatori della struttura: il direttore sanitario, quattro infermieri professionali, un’educatrice e cinque operatori socio-sanitari. I reati ipotizzati, a vario titolo, furono di maltrattamenti, sequestro di persona e lesioni colpose.
Secondo la ricostruzione degli investigatori, nella casa di cura gli anziani sarebbero stati sottoposti a vessazioni, come percosse, derisioni, inutili molestie ed anche minacce.
Molestie fisiche che sarebbero state perpetrate, in alcuni casi, anche durante il sonno; altri ospiti invece costretti a stare per intere giornate nel corridoio in un piano seminterrato usato come sala comune.
Le indagini erano scaturite dopo le denunce sporte da alcuni dei familiari degli anziani ricoverati nella clinica e che avevano avuto il sentore che all’interno avvenissero dei maltrattamenti.
Per corroborare i racconti dei parenti degli anziani i militari installarono microfoni e videocamere nascoste all’interno della struttura e si avvalsero anche di perizie specialistiche eseguite da professionisti del settore sanitario.
Da oggi gli indagati avranno 20 giorni per chiedere di essere interrogati o rilasciare dichiarazioni o depositare memorie difensive, compiendo ogni atto utile per l’esercizio del diritto di difesa, prima che il magistrato proceda con la richiesta di rinvio a giudizio o di archiviazione.