Omicidio Barbieri. Condanne pesanti, 30anni al presunto assassino
Oltre due ore di camera di consiglio - dopo una mattinata dedicata interamente alle arringhe dell’accusa e delle difese - e nel pomeriggio inoltrato la sentenza: 30 anni di reclusione per Cristian Filadoro e 16 quelli inflitti invece a Vincenzo Fornataro.
Si è concluso così il processo col rito abbreviato celebrato ieri a Castrovillari a carico dei due coriglianesi, rispettivamente di 27 e 33 anni, accusati il primo di essere stato l’esecutore materiale ed il secondo di aver concorso nell’omicidio di Antonio Barbieri (QUI), l’allora 26enne trovato gravemente ferito nella sua auto la sera del 12 gennaio del 2019, a Corigliano-Rossano (QUI), e poi deceduto nell’ospedale dell’Annunziata di Cosenza qualche giorno dopo (QUI)
Per entrambi - difesi l’uno dagli avvocati Franco Oranges e Giuseppe Bruno e l’altro da Massimo Ruffo - è caduta l’aggravante della premeditazione.
Il Pm, Giovanni Tedeschi, aveva chiesto invece l’ergastolo per Filadoro e una condanna a 14 anni e 8 mesi per Fornataro ma, secondo le rispettive difese, sul presunto esecutore vi sarebbe stata una carenza di prove, per l’appunto in merito proprio alla premeditazione del delitto.
Secondo i legali di Fornataro, a cui si contesta di aver accompagnato il 27enne da Corigliano a Rossano con la sua auto, il 33enne si sarebbe trovato coinvolto nel delitto ma senza alcuna volontà di concorrervi.
Interessate nella vicenda anche la fidanzata di Filadoro e la madre della stessa ragazza, accusate di favoreggiamento. Le loro posizioni sono state però stralciate e saranno giudicate con rito ordinario nel corso del processo che inizierà a maggio.
LA RICOSTRUZIONE DEL DELITTO
Filadoro e Fornataro furono arrestati nel gennaio dell’anno scorso (QUI) con l’accusa di omicidio volontario, ricettazione e porto abusivo di arma.
La tesi degli inquirenti era dunque che fossero stati loro ad ammazzare Barbieri con dei colpi d’arma che lo ferirono gravemente alla testa. La vittima, trovata ancora viva, venne portata nell’ospedale di Rossano ed operato, poi trasferito nel nosocomio di Cosenza, dove morì il 16 di gennaio (QUI).
Le indagini, coordinate dalla Procura di Castrovillari, vennero avviate immediatamente attivando intercettazioni, visionando le immagini degli impianti di videosorveglianza e sentendo a lungo alcuni testimoni.
Da qui la ricostruzione dell’evento delittuoso: l’ipotesi degli investigatori fu che Filadoro sarebbe stato chiamato al telefono dalla sua fidanzata che gli avrebbe riferito come la vittima, ex compagno della donna, si fosse presentata nella panetteria dove lavorava e dove vi sarebbe stata un’accesa discussione.
A quel punto il 27enne l’avrebbe raggiunta insieme a Fornataro, a bordo dell’auto di quest’ultimo, e avvicinatosi alla vittima, ancora seduto nella sua Mercedes, gli avrebbe esploso contro dei colpi di pistola calibro 7,65.