Negli ospedali calabresi arriva il farmaco Roche che “aiuta” contro il Covid
Sarà disponibile per tutti gli ospedali della Calabria, sia hub che spoke e di montagna, il “Tocilizumab”, farmaco in fase sperimentale che avrebbe effetti benefici sui pazienti affetti da Coronavirus.
Prodotto dall’azienda Roche è nato per curare l’artrite reumatoide e si è scoperto essere in grado anche di ridurre i problemi polmonari dei soggetti colpiti dal Covid.
Il farmaco sarà disponibile, a seguito di apposita richiesta dalle strutture di riferimento per ciascuna provincia: l’Azienda Ospedaliera Pugliese Ciaccio per le strutture comprese nel territorio dell’Asp di Catanzaro; l’Ospedale Metropolitano di Reggio Calabria per la provincia di Reggio Calabria; l’Asp di Cosenza per il territorio cosentino e l’Azienda Ospedaliera Universitaria Mater Domini per le province di Crotone e Vibo Valentia.
“Voglio ringraziare la casa farmaceutica Roche - ha affermato la governatrice Jole Santelli - che ha messo a disposizione gratuitamente il farmaco. Uno strumento che può certamente aiutarci nella situazione di emergenza che ci troviamo ad affrontare”.
COS’È E A COSA SERVE IL TOCILIZUMAB
Il Tocilizumab - che come accennato la Roche ha deciso di fornire gratuitamente agli ospedali che lo richiedereanno - ha dato dei risultati incoraggianti nel trattamento di pazienti che riscontrano gravi polmoniti procurate dal coronavirus. Si tratta di un farmaco antivirale e si basa su Mab, gli anticorpi monoclonali, ottenuti in laboratorio sfruttando le caratteristiche del sistema immunitario degli organismi.
È stato progettato per interagire con l’interluchina 6 (IL-6), proteina coinvolta nei processi infiammatori e impedisce alla proteina di innescare il processo riducendo gli effetti della malattia.
Solitamente quando il sistema immunitario è alle prese con un patogeno da sconfiggere, come un virus, alcune molecole proteiche specializzate mettono in allarme le cellule immunitarie richiedendo il loro intervento nel punto in cui si sta verificando l’infezione.
Le citochine hanno anche il compito di stimolare queste cellule, inducendole a produrre nuove citochine per continuare a segnalare il pericolo e ottenere nuovi aiuti. Un meccanismo che viene regolato dall’organismo sebbene e in alcune circostanze può finire fuori controllo con la conseguente attivazione di troppe cellule immunitarie in un solo punto del corpo.
È in questo caso che si verifica una cosiddetta tempesta di citochine che può rivelarsi fatale, come succede se dovesse verificarsi nei polmoni comportando un accumulo di fluidi che blocca le vie respiratorie: condizione questa che ricorre, nel caso specifico, proprio nei pazienti gravi affetti dal Covid-19.
Una ventina di pazienti osservati in Cina e con gravi sintomi da coronavirus sono stati trattati con il Tocilizumab e hanno mostrato segni di miglioramento a meno di due giorni dalla somministrazione. Il medicinale può essere anche somministrato senza che interferisca con gli antivirali, che hanno invece il compito di tenere sotto controllo la replicazione del virus.
Le autorità sanitarie della Cina hanno il farmaco nelle linee guida per il trattamento clinico del Covid-19 nei pazienti con polmoniti gravi, e anche altri paesi hanno preso in considerazione la possibilità di un suo utilizzo.
In Italia si è sperimentato per primo a Napoli (in una collaborazione tra l’Azienda Ospedaliera dei Colli e l’Istituto nazionale dei tumori “Fondazione Pascale”) su due pazienti con polmonite severa da coronavirus. Risultati promettenti sono apparsi dopo appena un giorno dalla somministrazione
Il 12 marzo scorso l’Aifa, Agenzia Italiana del Farmaco ha confermato la creazione di una “Unità di crisi coronavirus” e ha compreso tra i propri obiettivi quello di fornire assistenza e garantire l’accesso ai farmaci sperimentali contro la malattia.
Naturalmente, lo ribadiamo, si tratta di una sperimentazione considerato che non sono ancora note tutte le caratteristiche del coronavirus e poiché ogni paziente reagisce diversamente alle terapie.