Covid. Il bollettino: in Calabria 235 contagiati, in un giorno 793 decessi in Italia

Calabria Salute

Sale ancora - come prevedibile - il numero dei casi di Covid-19 in Calabria, sebbene meno rispetto a quelli registrati nella giornata di ieri e che erano 38 (QUI). Secondo il consueto bollettino della Regione sono ad oggi 235 i positivi al virus, 28 in più dall’ultimo aggiornamento di venerdì: 2480 i tamponi eseguiti, 2245 quelli risultati infatti negativi.

Ancora quella di Reggio Calabria la provincia più “colpita”: 85 i casi (11 in più rispetto a ieri) e di cui 17 in reparto; 4 in rianimazione; 58 in isolamento domiciliare. Nel computo, però, si sommano anche i cinque guariti finora e purtroppo due deceduti, l’ultimo dei quali proprio oggi (QUI) ed il precedente avvenuto il 14 di marzo a Melito (QUI).

51 i positivi a Catanzaro (+4 da ieri), compresi i due pazienti di Bergamo: 13 sono in reparto; 9 in rianimazione; 29 in isolamento domiciliare. 48 quelli a Cosenza (+5 da ieri): 28 in reparto; 4 in rianimazione; 14 in isolamento domiciliare; e anche qui, purtroppo si sommano due deceduti, un 60enne di Rende (QUI) ed un 79enne di Paola (QUI)

I casi a Crotone salgono, seppur di poco, a 43 (+5 da ieri) - ma a questi vanno sommati i computati come ricoverati a Catanzaro (secondo l'Asp locale i casi totali sono 48) - tra cui anche un deceduto, il 65enne morto giovedì scorso (QUI). In 14 si trovano in reparto e 28 in isolamento domiciliare. Aumento anche a Vibo Valentia, 9 i positivi (+3 da ieri) di cui 2 in reparto e 7 in isolamento domiciliare.

Le persone che invece sono in quarantena volontaria sono 6382 e così distribuite: 3236 a Reggio Calabria; 1320 a Cosenza; 665 a Vibo Valentia; 610 a Catanzaro e 551 a Crotone. Al sito della Regione, infine, si sono registrate 10314 persone giunte in Calabria.

ITALIA: 793 NUOVI DECESSI, QUASI 3MILA I POSITIVI IN INTENSIVA

Presso la sede del Dipartimento della Protezione Civile, come di consueto, sono stati resi pubblici invece i dati ufficiali su tutto il territorio nazionale: al momento, quindi, sono 42.681 (4821 in più rispetto a ieri) le persone risultate positive al virus.

Di queste 22.116 sono in isolamento senza sintomi o con sintomi lievi; 2857 in terapia intensiva (pari al 7% dei positivi), il resto sono ricoverati in ospedale. Purtroppo si registrano anche 793 nuovi decessi in tutto il paese.

Nel dettaglio, i positivi sono così distribuiti: 17.370 in Lombardia, 5.661 in Emilia-Romagna, 4.214 in Veneto, 3.506 in Piemonte, 1.997 nelle Marche, 1.905 in Toscana, 1.159 in Liguria, 1.086 nel Lazio, 793 in Campania, 666 in Friuli Venezia Giulia, 720 nella Provincia autonoma di Trento, 600 nella Provincia autonoma di Bolzano, 642 in Puglia, 458 in Sicilia, 494 in Abruzzo, 447 in Umbria, 304 in Valle d’Aosta, 321 in Sardegna, 225 in Calabria (la Regione nel suo bollettino ufficiale ne riporta però ben 13 in più, 238), 47 in Molise e 66 in Basilicata.

6.072 invece le persone guarite e 4.825 quelle decedute (numero che dovrà essere confermato solo dopo che l’Istituto Superiore di Sanità avrà stabilito la causa effettiva della morte).

ISS: INFEZIONE E DECESSI, PAZIENTI ANZIANI I PIÙ “SENSIBILI”

È assolutamente necessario essere tassativi nel rispetto delle misure assunte dal Governo perché l’impressione è che “non si sia ancora preso sufficientemente sul serio il pericolo che sta circolando tra le nostre comunità”.

È diretto e senza fronzoli Silvio Brusaferro, presidente dell’Istituto Superiore di Sanità, nel corso della consueta conferenza stampa della 18.

Secondo il numero uno dell’Iss si coglierebbe ancora troppo spessol’occasione per voler fare due passi” ma, ha evidenziato, non sono accettabili assembramentiche - ribadisce - danneggiano noi stessi, i nostri cari e le persone più fragili della società”.

Il Riferimento, in quest’ultimo caso, è soprattutto agli anziani - per i quali rinnova ancora l’invito a stare a case – e per suffragare questo concetto sviscera alcuni dati del Report bisettimanale dell’Istituto. Report che include due tipi di dati: una analisi epidemiologica generale dell’andamento dell’infezioni, con allegato grafico per regione, provincia, comune e regione, e poi quello sulla focalizzazione dei deceduti.

L’elemento rilevante che emerge dal rapporto, per iniziare, è quello dell’alta circolazione del virus, soprattutto in alcune aree del paese, del Nord in particolare, “ma - evidenzia Brusaferro - abbiamo una diffusione anche in altre zone ma con numeri contenuti”.

Dunque da qui l’esigenza, ancora una volta rinnovata, di rispettare assolutamente le misure adottate dal Governo e che hanno proprio la finalità di non avere in altre regione una diffusione intensa come, appunto, quelle del nord.

Un altro elemento da cogliere dal report è poi quello delle caratteristiche della popolazione colpita e che secondo il presidente dell’Iss confermano uno scenario già tratteggiato dall’inizio della epidemia: ovvero quello di un’età mediana dei contagiati che si aggira sui 63 anni, e quella dei deceduti che si attesta invece intorno agli 80 anni.

Il bilancio dei morti – ha sottolineato il capo della Iss - è rilevante ma se guardiamo hanno caratteristiche ormai note. Un campione rappresentativo con età media di 80 anni; la presenza di letalità in pazienti sopra i 70/80 anni; ma anche come le persone affette da più patologie siano le più sensibili; così come che sostanzialmente i sintomi più rilevanti sono febbre, tosse, dispnea”.

“Soffriamo di un dato importante … cioè di avere una popolazione in età avanzata ma, purtroppo, con molte patologie. Un target del virus che fa sì che queste persone siano particolarmente suscettibili e fragili”, ha concluso Brusaferro.

(aggiornata alle 18:53)