Covid. Il bollettino: 115 i positivi, +26 rispetto a ieri. Oltre 4600 le quarantene

Calabria Salute

Puntuale come ogni sera il bollettino della Regione Calabria con i dati ufficiali delle infezioni da coronavirus segnala in questa giornata un aumento prevedibile dei casi di altre 26 unità: ovvero 115 totali rispetto agli 89 di ieri (QUI).

Nella stessa giornata nella nostra regione sono stati eseguiti ben 1165 tamponi, di cui 1051 quelli risultati negativi: in pratica solo poco meno del 10% hanno dato esito positivo.

Quando alla disposizione geografica dei contagi, Reggio Calabria rimane suo malgrado la provincia più colpita: 46 le persone finora colpite dal virus, ma nel conteggio sono compresi anche uno un guarito e, purtroppo, anche un deceduto. Una impennata in 24 ore nella provincia dello Stretto che ieri di casi ne aveva segnalati 32. Tra i pazienti, sedici sono ricoverati in reparto; tre in rianimazione e venticinque in isolamento domiciliare.

Nella fredda “classifica” dei numeri segue poi Cosenza con 27 casi (ieri erano 23): sedici sono in reparto; quattro in rianimazione e sette in isolamento domiciliare. Altri sette positivi in più rispetto a ieri quelli accertati invece a Catanzaro, 20 in tutto: nove in reparto; tre in rianimazione e otto 8 in isolamento domiciliare.

Tra questi anche un medico e cinque infermieri dell’ospedale Pugliese-Ciaccio, per i quali, pur non presentando alcuna sintomatologia, è stato disposto l’allontanamento dal luogo di lavoro, mentre i loro colleghi risultati negativi al primo esame verranno rivalutati tra cinque giorni.

La conferma ufficiale del contagio dei sanitari è arrivata proprio poco fa dall’Azienda Ospedaliera che ha spiegato come gli stessi assistessero un dializzato risultato poi positivo al Covid-19. L’Ao ha subito attivato tutti i protocolli sanitari per circoscrivere il contagio all’interno del servizio dialisi così da garantire la continuità del servizio assistenziale e di circoscrivere il contagio.

Al momento risultano in corso anche degli accertamenti su tutti i pazienti ma l’azienda ospedaliera continuerà a garantire il servizio a tutti i soggetti in dialisi, compreso quello risultato positivo ed anche perché dispone di un’area cosiddetta contumaciale”, dove è cioè possibile effettuare i trattamenti in condizione di isolamento.

Tornando al numero dei contagiati per provincia, Crotone annovera un solo nuovo caso ufficiale (QUI), salendo a 19 complessivi (uno in più ufficilaizzato dall'Asp provinciale rispetto alla Regione, mentre ieri erano 18), dei quali quattro sono ricoverati presso il San Giovanni di Dio, altrettanti al Pugliese-Ciaccio di Catanzaro, e undici si trovano in isolamento e sorveglianza attiva domiciliare.

Infine, stabile anche Vibo Valentia dove vengono confermati i quattro positivi ed in isolamento domiciliare

In tutta la regione, poi, sono 4666 le persone soggetti in quarantena volontaria e così distribuite: 2135 a Reggio Calabria, 1250 a Cosenza; 489 a Vibo Valentia; 425 a Catanzaro e 367 a Crotone.

OLTRE 3MILA NUOVI CASI IN ITALIA

Sale invece di 3 mila casi il numero di persone risultate positive al Covid in Italia rispetto a ieri: 26.062 esattamente quelle positive al virus secondo i dati della Protezione Civile, per un totale, sempre ad oggi, di 31.506 i casi accertati.

Nel dettaglio, si tratta di 12.095 in Lombardia, 3.404 in Emilia-Romagna, 2.488 in Veneto, 1.302 nelle Marche, 1.764 in Piemonte, 1.024 in Toscana, 661 in Liguria, 550 nel Lazio, 423 in Campania, 347 in Friuli Venezia Giulia, 368 nella Provincia autonoma di Trento, 282 nella Provincia autonoma di Bolzano, 320 in Puglia, 226 in Sicilia, 192 in Umbria, 216 in Abruzzo, 114 in Calabria (conteggiando un guarito ed un deceduto), 115 in Sardegna, 134 in Valle d’Aosta, 19 in Molise e 20 in Basilicata.

2.941 le persone guarite e 2.503 quelle decedute (come sempre si sottolinea però che questo numero potrà essere confermato solo dopo che l’Istituto Superiore di Sanità avrà stabilito la causa effettiva del decesso).

CURE. AIFA, TOLICIZUMAB: AVVIATO STUDIO SU 330 PAZIENTI

Uno studio avviato su 330 pazienti intubati da non più di 24 ore a cui verrà somministrato il Tolicizumab (QUI) potrebbe aprire alcune speranze quanto alla cura del Covid-19.

La conferma, con l’ovvia cautela scientifica del caso, l’ha data - nel corso della conferenza stampa di questa sera - il Professor Nicola Magrini, direttore generale dell’AIFA, facendo sapere che si partirà da giovedì prossimo e con lo scopo di “valutare rapidamente l’impatto del farmaco” che è solitamente usato per la cura dell’artrite reumatoide ma che si è scoperto possa essere in grado anche di ridurre i problemi polmonari nei soggetti colpiti dal coronavirus.

Associato a questo (alla sperimentazione del Tolicizummb, ndr) si è decisa una centralizzazione della raccolta dati di tutti i pazienti trattati, anche precedenti, e questo - ha aggiunto il DG - consentirà in poche settimane di avere un dato più chiaro sulla quantificazione del beneficio”.

Magrini ha fatto poi presente che sono arrivai altri protocolli di studi sperimentali per nuovi trattamenti o di trattamenti già esistenti di farmaci: per vederne gli impatti, ha sottolineato.

L’Aifa, inoltre, e quanto alle procedure sanitarie ha semplificato una serie di comunicazioni di farmaci già in uso, “tra cui comuni ipertensivi indicati come favorenti la possibile infezioni”, ma ha comunque suggerito “di non modificare le terapie in atto perché i dati non son tali da indicare necessità di cambiamenti” ha aggiunto Magrini, facendo sapere che in tutto ciò sono state chiarite anche le posizioni a carico del Ssn di diversi farmaci utilizzati ed anche se non approvati.

“Lo sforzo fatto da tutti gli organismi e istituzioni che stanno collaborato per ottenere l’accesso ai farmaci e nuovi protocolli dimostra che l’Italia è una frontiera avanzata sia nella ricerca dei farmaci che dei vaccini e nelle prossime settimane si potranno avere dati (più precisi, ndr) sui risultati di queste terapie”, ha concluso il Dg dell’Aifa.

OMS: TEST DI MASSA? AUMENTARLI AI SANITARI IN PRIMA LINEA

Alla conferenza della Protezione Civile di questa sera presente anche il professor Raniero Guerra, Direttore Generale Aggiunto dell’Oms, l’Organizzazione Mondiale della Sanità, che ha voluto invece sottolineare la qualità del “modello” italiano nella reazione all’epidemia.

L’Oms - ha esordito Guerra - guarda a quello che accade in Italia perché gli altri paese, dopo una negazione iniziale del problema, sono stati obbligati ad assumere provvedimenti che ricalcano quello che è stato fatto nel nostro paese”.

L’Italia, insomma, è stata l’apripista di una situazione ancora sconosciutae quanto messo in campo - ha voluto ribadire ancora il Dg dell’Oms - è frutto anche di “una strettissima collaborazione tra le istituzioni italiane e l’Oms”. “Un linguaggio comunecon una mobilitazione delle risorse dell’Organizzazione mondiale della Sanità atte a garantire il supporto e l’assistenza necessaria al Governo.

“Il nostro personale - ha rassicurato Guerra - è nell’Istituto Superiore di Sanità per collaborare alla manualistica dei protocolli sanitari. Non basta! Sono in arrivo altri nostri tecnici che i parte saranno collocati all’Iss e in parte nell’ufficio Oms di Venezia, attivato diversi anni fa, un ufficio avanzato che quindi potrà garantire collaborazione”.

Rispondendo poi alle domante dei giornalisti è intervenuto sulla querelle che sta tenendo banco in questi giorni e relativa all’eventualità di effettuare tamponi a tappeto e su tutta la popolazione così da meglio contenere il contagio.

“Per l’Oms - ha però sottolineato il Dg - non sono raccomandati screening di massamentre “rimane ferma la raccomandazione a garantire i test a tutti i casi sospetti e ai loro contatti, così da identificare le persone che si sono esposte al contagio, quarantenarle e seguirle impedendogli di amplificare la diffusione del virus”.

“Più di così credo non si possa chiedere” ha sbottato Guerra, ricordando invece che una raccomandazione sì specifica è quella di aumentare i test a favore del personale sanitario in prima linea: “Questi sono a rischio di contagio da esposizione, e devono essere gestiti nella migliore delle maniere”, ha concluso.

(aggiornata alle 19:20)