Covid-19. I dati ufficiali: 38 positivi in Calabria, più di 3600 le quarantene

Calabria Salute

Solo tre casi in più di positività al Covid-19 quelli registrati rispetto a ieri in Calabria dove - e secondo quanto riporta il report ufficiale della Regione - sono ad oggi e in tutto 38. 422 invece i tamponi eseguiti e 384 - per l’appunto - certificati come negativi.

Quanto alle singole province, a Catanzaro i soggetti positivi sono sette, di cui sei in reparto e uno in rianimazione; tredici invece a Reggio Calabria (ma viene tra questi conteggiato anche un guarito): sei si trovano in reparto e altrettanti in isolamento domiciliare; dieci quelli a Cosenza, sei dei quali in reparto, due in rianimazione e altrettanti in isolamento domiciliare; tre i casi a Vibo Valentia (più altri due conteggiati nel computo di Catanzaro) e in isolamento domiciliare; e cinque a Crotone (più altri due conteggiati nel computo di Catanzaro) anch’essi in isolamento a casa.

3668 il totale, infine, delle persone in quarantena volontaria e così distribuiti: 1450 a Reggio Calabria; 1200 a Cosenza; 450 a Catanzaro; 373 a Vibo e 195 a Crotone.

IN ITALIA QUASI 15 MILA. OLTRE 1400 I GUARITI

Quanto ai dati nazionali, resi noti questa sera dopo le 18 dalla Protezione Civile, al momento nel nostro paese i positivi al virus sono aumentati di 2116 unità rispetto a ieri, in particolare 14.955 persone: ad oggi sono 17.660, invece, i casi totali.

Nel dettaglio, e per regione, i positivi sono: 7.732 in Lombardia, 2.011 in Emilia-Romagna, 1.453 in Veneto, 794 in Piemonte, 698 nelle Marche, 455 in Toscana, 304 in Liguria, 242 nel Lazio, 236 in Friuli Venezia Giulia, 213 in Campania, 157 nella Provincia autonoma di Trento, 126 in Sicilia, 123 nella Provincia autonoma di Bolzano, 121 in Puglia, 83 in Abruzzo, 73 in Umbria, 43 in Sardegna, 37 in Calabria (la Regione Calabria ne conferma 38), 27 in Valle d’Aosta, 17 in Molise e 10 in Basilicata.

Altro dato rilevante quello dei guariti; 1.439, ovvero 181 in più rispetto a ieri così come rispetto sempre a ieri i decaduti sono aumentati a 1.266 (250 in più). Un numero quest’ultimo che, però, potrà essere confermato solo dopo che l’Istituto Superiore di Sanità avrà stabilito la causa effettiva del decesso.

PICCHI, ISS: “INFLUENZATI DA CAPACITÀ DI RISPETTARE MISURE”

Il timore di molti intanto, rimane ed ovviamente quello di vedere impennare il numero di casi, soprattutto di quelli che potrebbero dover aver bisogno di cure nei reparti ospedalieri, specialmente nella terapia intensiva.

Su questo è stato chiaro Silvio Brusaferro, presidente dell’Istituto Superiore della Sanità spiegando che i modelli per effettuare proiezioni sull’andamento dell’epidemia, e a cui lavorano matematici e epidemiologi, si basano fondamentalmente su due valori: il fattore “R0” che, ha detto Brusaferro, “in qualche modo è una misura che indica quanto una persona risultata positiva infetta altri. L’altro valore è il tempo medio tra il momento in cui si contrae con contatto l’infezione e la manifestazione del sintomo”.

Mettendo insieme questi due dati si sviluppano così diversi modelli e cambiandoli si possono valutare i picchi in diverse settimane, insomma non si può predeterminare con certezza una data presunta in cui si verifichino.

La strategia, pertanto, è quella di abbassare il più possibile il fattore “R0” così da evitare un maggior numero di persone che potrebbero dover rivolgersi alle strutture sanitarie per la loro assistenza, “ingolfandole”.

Questa è la parte più critica da affrontare, “ma se tutto rimane più basso - ha ribadito il numero uno dell’Iss - si può garantire la migliore assistenza. Magari spalmando nel tempo i casi e così gestirli meglio. Gli scenari - ha concluso - sono molto influenzati dalla capacità di aderire alle misure adottatefino ad ora dal Governo, insomma.