Calabria. Covid: 68 i positivi accertati, oltre 4200 le persone in quarantena volontaria
Sale di altre nove persone il numero dei risultati positivi al Covid-19 in Calabria. Dal consueto bollettino della Regione Calabria si apprende che ad oggi sono ben 68 (ieri erano 59, escluso uno dei guariti). 702 i tamponi eseguiti fino ad ora, 634 dei quali, dunque, negativi.
La provincia che suo malgrado riscontra più infezioni è al momento ed ancora quella di Reggio Calabria: 22 in tutto, meno uno dei soggetti guariti. Nove si trovano in reparto; uno in rianimazione; dieci in isolamento domiciliare; e purtroppo c’è anche un deceduto, in particolare ci si riferisce al caso di Melito (QUI).
Segue nell’elenco Cosenza con 17 casi complessivi: undici in reparto; tre in rianimazione ed altrettanti in isolamento domiciliare. A Crotone, invece, i positivi accertati sono 15, di questi cinque sono in reparto, otto in isolamento domiciliare e due in reparto a Catanzaro.
11, ancora, quelli confermati a Catanzaro: sette in reparto; due in rianimazione e altrettanti in isolamento. A Vibo Valentia, infine, si segnalano 7 positivi, di cui quattro in isolamento domiciliare.
4230 è invece il complessivo delle persone in quarantena volontaria e così distribuiti: 1800 a Reggio Calabria; 1210 a Cosenza; 494 a Catanzaro; 433 a Vibo Valenti e 293 a Crotone.
ITALIA: I CONTAGIATI ARRIVANO A 20603, 2335 I GUARITI
Quanto invece ai dati nazionali, il report della Protezione Civile sulla diffusione del Coronavirus conferma al momento 20.603 positivi su un totale di 24.747 casi.
Di questi, 10.043 sono in Lombardia, 2.741 in Emilia-Romagna, 1.989 in Veneto, 1.087 nelle Marche, 1.030 in Piemonte, 763 in Toscana, 493 in Liguria, 396 nel Lazio, 296 in Campania, 316 in Friuli Venezia Giulia, 367 nella Provincia autonoma di Trento, 199 nella Provincia autonoma di Bolzano, 212 in Puglia, 179 in Sicilia, 139 in Umbria, 128 in Abruzzo, 68 in Calabria, 75 in Sardegna, 56 in Valle d’Aosta, 17 in Molise e 11 in Basilicata.
Sono 2.335 le persone guarite e 1.809 i deceduti (questo numero potrà essere però confermato solo dopo che l’Istituto Superiore di Sanità avrà stabilito la causa effettiva del decesso).
MIGRAZIONI AL SUD. ISS: NON C’È POSTO IN CUI CI SI POSSA RIFUGIARE
Nel corso della conferenza stampa è stato anche affrontato, su domanda dei giornalisti, il problema della possibile incidenza degli spostamenti da nord a sud che hanno interessato negli ultimi giorni soprattutto la popolazione del Mezzogiorno e dunque del dubbio se questi possano incidere sull’aumento dei casi di infezione in quest’ultime aree, Calabria compresa.
Su questo ha risposto Silvio Brusaferro, presidente dell’Istituto Superiore di Sanità, non escludendo l’eventualità che migrazioni di soggetti verso le regioni del sud possano portare “anche velocemente” al diffondersi del virus in altri contesti.
“Ad oggi - ha però sottolineato Brusaferro - siamo ancora ad una sola settimana dai provvedimenti” adottati per il contenimento del contagio e che nella prossima si potrà meglio capire come questi movimenti possano impattare “nella curva di diffusione” del Covid.
“Una cosa deve essere però chiara” ha infine sbottato il numero uno dell’Iss, e cioè che “non ci sia comunque un posto in Italia, ma nemmeno in Europa, in cui ci si possa rifugiare e che quindi l’unico modo per vincere questa battaglia è comportarsi nella maniera che stiamo condividendo”, riferendosi evidentemente alle misure adottate con l’ultimo decreto del presidente del Consiglio dei Ministri.
(aggiornata alle 18:50)