Fondazione Caporale: “aumentare protezioni in ospedale, non si gioca con le vite”
“Piovono ordinanze restrittive come misura necessaria al contenimento della diffusione del Coronavirus nel nostro territorio, particolarmente a rischio a causa di una sanità disastrata da decenni di sprechi. Necessarie ma non sufficienti, visto che continuano ad arrivare notizie molto preoccupanti dai presidi ospedalieri, gli scenari di guerra dove si consuma questa guerra contro il virus e contro il tempo: medici, infermieri e operatori socio sanitarie continuano ad operare a ‘mani nudi’, continuano a mancare i dispositivi di protezione individuale. Questa è una cosa gravissima e pericolosa proprio per la diffusione del Covid-19”.
E’ quanto afferma Fulvio Scarpino, già assessore comunale alle Politiche socio-sanitarie di Catanzaro, e componente del Centro studi Politiche sociali “Don Francesco Caporale”.
“Del resto, nel corso della consueta conferenza stampa nella sede della Protezione civile nazionale, ieri sera, il ministro degli Affari regionali Ministro Boccia ha detto, invitando i presidenti di Regione a raccordarsi con il Governo sulle misure restrittive, che queste vanno bene, ma non bastano – afferma il componente del Centro studi Politiche sociali “Don Francesco Caporale” – quello che serve è uno sforzo per raddoppiare i posti nella terapia intensiva. Servono posti letto e medici, e servono operatori sanitari che lavorano in corsia in sicurezza”.
“Dagli ospedali del nostro territorio arrivano notizie dagli stessi operatori che diventano un grido di allarme e d’aiuto – scrive ancora Scarpino. Le protezioni facciali sono fornite in numero infinitesimale rispetto alle necessità, e sono probabilmente inferiori persino alle mascherine chirurgiche come protezione offerta. Le mascherine chirurgiche non sono DPI adeguati a proteggere gli operatori, ma vanno fatte indossare ai pazienti infetti o potenziali per non diffondere alte cariche virali. Mancano occhialini; non sono presenti calzari, nè camici monouso; il numero di guanti è insufficiente. E sembra che anche la sanificazione non basti a garantire la sicurezza di personale e pazienti che arrivano da casa senza protezione, senza distinguere i reparti di accoglienza per affetti da Covid 19, mentre le persone continuano indisturbate a recarsi nelle camerate a trovare i propri cari ricoverati. Così non va”.
“La situazione sta precipitando. Ma c’è di più. Ci risulta che nei giorni scorsi, al ‘Pugliese-Ciaccio’ sia stata firmata e diffusa una circolare su “nozioni di base per un buon utilizzo dei DPI” con cui si invitano gli infermieri e tecnici a non “abusare” di disposizione di protezione individuale, con particolare riferimento alle mascherine chirurgiche FFP2 e FFp3”.
“Nella circolare – sottolinea Scarpino - verrebbe specificato che la mascherina chirurgica è indicata nei soggetti con sintomi di infezione respiratoria per limitarne la diffusione. Addirittura, i DPI andrebbero indossati solo se si hanno contatti diretti con soggetti sintomatici o pazienti sospetti/accertati, in stanze di isolamento. Come dire, basta la distanza di sicurezza anche in ospedale? Una follia. Significa mandare al fronte soldati senza armi! Vorremmo sapere se, con il precipitarsi della situazione che ha portato ad un aumento di contagi soprattutto tra medici e personale sanitari, la circolare è ancora in vigore. Servono dispositivi di protezione interpersonale, subito – conclude Scarpino. Non si scherza con la vita delle persone, soprattutto se queste rischiano ogni giorno, perché prima di salvare sé stessi pensano agli altri”.