Crotone. Dipendenti in malattia, Ordine medici: in tanti in prima linea ma l’Asp li doti dei Dpi
Né assolutamente avallare né tantomeno legittimare condotte professionali di singoli che, “qualora venisse appurato aver contravvenuto ai più vincolanti e strutturali dettami Deontologici, avrebbero contribuito nella determinazione di un immeritato ed irreparabile danno di immagine”.
Dopo la notizia dei trecento dipendenti dell’Asp di Crotone, tra i quali anche 33 medici, risultati in malattia dall’inizio dell’epidemia da coronavirus, e denunciata dalla stessa Azienda sanitaria che ha definito il numero di assenze come una “anomalia” (QUI), si registra oggi l’intervento dell’Ordine dei Medici e degli Odontoiatri della provincia pitagorica.
Il Consiglio direttivo, dopo le polemiche esplose sulla vicenda, ha voluto soprattutto encomiare la categoria che, afferma, sta “dando prova di grande abnegazione e generosità nell’esercizio della professione, seppur in carenza dei famigerati Dispositivi di Protezione Individuali (DPI) e ad organico ridotto, mettendo a repentaglio la propria incolumità e quella dei propri familiari” oltre ad essere anche gravati da carichi di lavoro “cronicamente esuberanti già nell’ordinario”.
L’apprezzamento è rivolto in particolare ai numerosissimi medici, e con essi anche agli altri Operatori Sanitari, impegnati in “prima linea” nell’emergenza e quindi ai loro colleghi del 118, del Pronto Soccorso, della Continuità Assistenziale, di Medicina Generale e Pediatri di libera scelta, specialisti ambulatoriali e soprattutto a coloro che sono coinvolti proprio nelle attività ospedaliere direttamente correlate alla gestione ed all’assistenza Covid.
L’ordine si schiera pertanto dalla parte di tutti quei medici e sanitari che non si sono tirati indietro in questa improvvisa battaglia contro la pandemia ma non si sottrae dal far presente come in questa particolare condizione proprio i medici si “sono trovati, tra l’altro ‘a mani nude’, nel difficile compito di dover discernere, in scienza e coscienza, condizioni di salute, appunto, distorte da un particolare stato psicologico sociale dal difficile controllo”.
Il consiglio della categoria, affermando chiaramente di non poter comunque giustificare gli eccessi di certificati di malattia denunciati dall’Asp, nel contempo vuole “analizzare nei dettagli le varie contingenze e specificità”, a suo dire per “poter ricondurre il fenomeno nelle sue reali dimensioni”, ricordando casi di personale sanitario attualmente in quarantena a causa dei numerosi contagi e contatti registrati nell’azienda sanitaria, o per pregressi stati di malattia, alcuni dei quali anche per motivi oncologici.
“Gli immani sforzi in essere per l’organizzazione, in tempi brevi ed a risorse limitate, di un adeguato piano organizzativo/strutturale ed assistenziale al fine di poter fronteggiare in modo efficace un’emergenza, in previsione di un ipotetico scenario anche dei più gravi - affermano dall’Ordine - non può prescindere dai meriti dei tantissimi, e sono la stragrande maggioranza, medici ed operatori sanitari, che con apprezzabile impegno e sforzi profusi, alla pari di quanto sta avvenendo nelle regioni del nord, con l’aggravante delle assenze a qualsiasi titolo determinatesi e delle carenze croniche, senza i quali ogni azione sanitaria sarebbe vana”.
Per il Consiglio direttivo, insomma, è questa “l’altra faccia della realtà” che merita di essere esaltata “con maggior e doverosa enfasi, ora svilita e minimizzata dalla più eclatante risonanza mediatica determinata dai 300 certificati”.
Infine, considerato che la Protezione Civile ha annunciato l’arrivo entro martedì prossimo di ingenti quantitativi di DPI che verranno distribuiti in quota parte alle Regioni, l’Ordine dei Medici invita il Direttore Generale dell’Asp, Francesco Masciari, a mettere in campo tutte quelle attività che consentano agli operatori sanitari locali di essere dotati degli strumenti “che li mettano in condizioni di poter svolgere la loro meritoria opera in sicurezza e serenità di azione e di giudizio”.