Terzo settore: “Avviare interlocuzione con la conferenza delle politiche sociali”
Gianni Pensabene, presidente della Consulta del Terzo Settore e Franco Mundo, presidente Consulta Autonomie Locale chiedono alla presidente della Regione Calabria, Jole Santelli e all’assessore al ramo di “avviare, anche con l’ausilio delle nuove tecnologie, una immediata interlocuzione con la Conferenza Permanente sulle Politiche Sociali, che secondo obbligo di legge è costituita dalla Consulta delle Autonomie Locali composta dai Sindaci dei comuni capofila di Ambito e dalla Consulta del Terzo Settore della Calabria”.
Richiesta arrivata a seguito della prima seduta del Consiglio regionale della Calabria, dedicata secondo prassi consolidata allo svolgimento di aspetti formali e importanti, durante la quale è stato inserito e approvato un ordine del giorno che invita la Giunta regionale a “predisporre apposito provvedimento di modifica o di revoca della delibera di Giunta regionale n.503 del 2019 con la conseguente sospensione della esecutività del regolamento regionale n.22/2019”.
Situazione che per Pensabene e Mundo “pone ancora una volta uno stop all’attuazione della Legge nazionale di riforma del settore Politiche Sociali - anno 2000 - a cui la Calabria, unica regione d’Italia, a vent’anni di distanza non ha ancora dato attuazione”. Per i due presidenti, inoltre, “l’ordine del giorno non ha tenuto in alcuna considerazione il lungo lavoro svolto dalla Conferenza Permanente regionale sulle politiche sociali “Organismo rappresentativo delle Autonomie Locali e dei soggetti del Terzo Settore”, istituita ai sensi della L.R. 23 del 2003, che nel 2019 ha approvato all’unanimità il Regolamento Attuativo che l’ordine del giorno indica di sospendere o revocare”.
Si dicono dunque “esterrefatti dal fatto che un organismo creato per legge, non venga consultato né informato per una decisione di così grande importanza”. E non solo, perché sia Pensabene che Mundo si dicono “preoccupati per la possibilità che una decisione con carattere di retroattività possa dare origine a contenziosi tra la Regione e le realtà del Terzo Settore, che avevano già adeguato le proprie strutture e assunto nuove unità lavorative per come previsto dal Regolamento attuativo del D.G.R. sopra richiamato. Ciò evidentemente deve avvenire prima dell’assunzione di qualsivoglia provvedimento da parte della Giunta Regionale, altrimenti si verificherebbe una chiara violazione dei principi di concertazione sanciti dalla L.328/00 e dalla L.R.23/03”.
I due avrebbero voluto che “nel momento in cui il Paese è investito da una tragedia epocale nella quale soccombono le fasce più vulnerabili e fragili della popolazione, si fosse data precedenza assoluta a provvedimenti di salvaguardia di migliaia di anziani, disabili e altri utenti, ospitati anche nelle 404 realtà che fanno parte del Terzo Settore calabrese”.