Covid. Il bollettino: positivi “stabili”, 61 in più da ieri. 614 i casi complessivi
Continua l’onda di contagi in Calabria ma sostanzialmente - e fortunatamente per ora - la curva di avanzamento delle infezioni sembra seguire un percorso stabile.
Se sabato il totale dei nuovi affetti da Covid era stato infatti di 61 rispetto al giorno prima (QUI), oggi si attesta ad un valore più o meno simile, ovvero di 59, per un complessivo di 614 persone.
Unico dato negativo della giornata, invece, il numero dei decessi nella nostra regione (QUI), che arrivano a 25. Piccola nota positiva però, e almeno di converso, è che finora sono una dozzina i pazienti guariti.
Quanto alla disposizione territoriale dei pazienti - ricordando sempre ai lettori che la Regione Calabria conteggia nel suo bollettino ufficiale i casi non in base alla loro provincia di provenienza ma in relazione all’ospedale in cui sono ricoverati - Reggio Calabria è la provincia con il più alto numero di Covid, esattamente 189 (34 in più rispetto a ieri): 31 sono in reparto; 4 in rianimazione; 138 in isolamento domiciliare; 7 guariti e 9 deceduti. (QUI il successivo bollettino del Gom)
A Cosenza i casi sono arrivati a 168 (+17 da ieri): 49 in reparto; 3 in rianimazione; 104 in isolamento domiciliare; 1 guarito; ed 11 deceduti.
140 i positivi a Catanzaro (+7 da ieri): 22 in reparto; 11 in rianimazione; 102 in isolamento domiciliare; 4 guariti; 1 deceduto. Nel computo sono compresi i due pazienti trasferiti da Bergamo.
Nella provincia di Crotone si arriva invece ad 81 (uno in più da ieri): 19 in reparto; nessuno in rianimazione; 59 in isolamento domiciliare. 3 i deceduti confermati, compreso l’ultimo di stamani di un 80enne lametino (QUI)
Infine, 36 i positivi a Vibo Valentia (nessun incremento da ieri): 3 in reparto; 1 in rianimazione; 31 in isolamento domiciliare; 1 deceduto.
Arrivano a 8198 le persone attualmente in quarantena volontaria in tutta la regione e così ripartite: 3277 a Reggio Calabria; 2203 a Cosenza; 1037 a Catanzaro; 1023 a Crotone e 658 a Vibo Valentia.
ITALIA: +3851 I CASI, 756 I DECESSI
Anche in tutta Italia il trend di diffusione dell’epidemia sembra piuttosto stabile: 3851 sono stati i casi positivi in più rispetto ieri, dunque mantenendo all’incirca la media degli ultimi giorni.
73.880, ad oggi, il totale dei positivi di cui 3906 quelli assistiti nei reparti di terapia intensiva; 27.386 i ricoverati con sintomi e 42.888 (ovvero il 58% del totale) che sono invece in isolamento domiciliare senza sintomi o con sintomi lievi.
Dato purtroppo negativo quello dei deceduti, che sono stati 756 nelle ultime 24 ore. Aumentano i guariti, di 646 unità, e che arrivano così ad un complessivo di 13.030.
Questi i dati snocciolati dal capo della Protezione Civile, Angelo Borelli, nel corso della consueta conferenza delle 18, nella quale ha anche voluto ringraziare ed esprimere tutta la vicinanza ai tanti operatori sanitari ma anche addetti delle forze dell’ordine e volontari che in questi lunghi mesi hanno contratto il virus nell’adempimento, senza tregua, dei propri doveri.
I DATI DELLE ALTRE REGIONI
I casi attualmente positivi nelle altre regioni italiane: 25.392 in Lombardia, 10.535 in Emilia-Romagna, 7.251 in Veneto, 7.268 in Piemonte, 3.160 nelle Marche, 3.786 in Toscana, 2.279 in Liguria, 2.362 nel Lazio, 1.556 in Campania, 1.293 nella Provincia autonoma di Trento, 1.432 in Puglia, 1.141 in Friuli Venezia Giulia, 1.034 nella Provincia autonoma di Bolzano, 1.330 in Sicilia, 1.169 in Abruzzo, 897 in Umbria, 539 in Valle d’Aosta, 582 in Sardegna, 197 in Basilicata e 100 in Molise.
RICHELLI: STANDO A CASA SALVIAMO VITE
A fianco di Borelli, Luca Richelli, Primario di Pneumologia del Gemelli di Roma, che ha voluto da subito affrontare proprio la questione dei dati sui decessi registrati fino ad oggi.
“Se guardiamo ai numeri di questo fine settimana - ha esordito Richelli -, il numero che è più crudo, cioè quello delle persone decedute, siam passati da 969 a 889 a 756. Questi sono cambiamenti grandi, dell’ordine del 10/15% a giornata e che, ovviamente, riflettono il fatto di un sistema sanitario che sta rispondendo e l’efficacia delle misure che sono state messe in atto”.
“La stessa cosa la vediamo sui ricoverati in terapia intensiva, … strutture che forse ci danno la gravità di questa forma clinica. Se guardiamo il 27, 28 e 29 (di marzo, ndr) i numeri sono 120, 124 e 50 ad oggi”.
“Non dobbiamo fermarci ad un numero, ovviamente, credo però - ha aggiunto - siano numeri che ci debbono fare riflettere perché ci incoraggiano nel messaggio che è stato dato dai nostri politici e dai nostri esperti” ovvero che “con i nostri comportamenti salviamo delle vite. Credo sia molto importante perché si riflette nei numeri, che sono reali, il fatto di vedere dei pazienti cui salviamo la vita stando a casa”
(aggiornata alle 18:33)