Vicini e “nemici”: lo prende ad accettate, agricoltore arrestato per tentato omicidio
Una lunga serie di attriti e litigi per questioni di vicinato - dapprima in relazione alle rispettive abitazioni, poi per due terreni agricoli separati da una strada interpoderale - che portano dritti fino ad un ultimo episodio, la classica goccia che fa traboccare il vaso: a metà gennaio un tecnico svolge un sopralluogo e carte catastali alla mano, riporta i confini tra i due appezzamenti al loro stato originario.
Una conclusione che probabilmente lascia scontento uno dei due contendenti, un agricoltore 60enne, G.G., incensurato ed originario di Parenti, nel cosentino, ma da anni residente in Località Melobuono di Rogliano.
L’uomo, il pomeriggio del giorno seguente, intravede il vicino rivale - un 59enne anch’egli agricoltore - mentre taglia l’erba, decide allora di aspettarlo tra gli arbusti e con un’accetta al seguito. Probabilmente vuole risolvere da sé la vicenda.
È così che al passaggio dell’uomo, che nel frattempo è alla guida di un trattore, entra in azione e gli sferra numerosi fendenti alle gambe.
La vittima, presa di sorpresa e scesa dal mezzo, cerca in ogni modo di evitare colpi. Le urla attirano però l’attenzione del nipote del 60enne che, passando con la sua autovettura, si ferma immediatamente e riesce fortunatamente a trattenere di peso lo zio, poco prima che questi finisse il 59enne, ormai a terra e che perdeva molto sangue.
L’agricoltore viene soccorso da altri vicini di casa e portato in auto fino allo svincolo autostradale di Rogliano-Piano Lago dove viene consegnato ad un’ambulanza che lo trasporta al Pronto Soccorso di Cosenza.
Questa la ricostruzione dei carabinieri della stazione di Rogliano della vicenda che risale al 17 gennaio scorso e che oggi ha portato all’arresto del 60enne, eseguendo una ordinanza di custodia cautelare che ha previsto a suo carico la detenzione domiciliare.
I militari, già nell’immediatezza dei fatti, avevano effettuato una perquisizione in casa dell’agricoltore, ritrovando una accetta ancora sporca di sangue, che si è presunto dunque sia stata utilizzata per l’aggressione. Qualche ora più tardi, era anche arrivato il responso dei medici che avevano curato il malcapitato e che non aveva lasciato dubbi: l’accetta gli aveva quasi reciso l’arteria femorale, oltre a causargli numerosi tagli profondi e fratture e lesioni ancora oggi non guarite.
Oggi, quindi, l’epilogo della vicenda con l’arresto del 60enne che dovrà ora rispondere del reato di tentato omicidio premeditato ed aggravato dai futili motivi.