Aeroporti calabresi “fermi”, Filt-Cgil e Fit-Cisl chiedono incontro a governo e ministro
Nino Costantino, Segretario generale Filt-Cgil Calabria; Giuseppe Larizza, Segretario generale Fit-Cisl Calabria; Sonia Falzia, Responsabile regionale trasporto aereo; e Salvatore Scalzi, Responsabile regionale trasporto aereo hanno inviato a nome della Federazione Italiana Lavoratori Trasporti una lettera al premier Conte, al ministro dei trasporti De Micheli e al presidenti della Regione della Calabria e della Sicilia, esprimendo lo loro preoccupazione per la situazione dell’aeroporto dello Stretto, per il futuro dello stesso scalo e per la difesa occupazionale dei lavoratori attualmente assunti dalla Sacal e da Alitalia.
La Filt-Cgil e Fit-Cisl sostengono si essersi dimostrate “fortemente responsabili”, anche esponendo critiche pesanti nei confronti di coloro che, in questa fase di emergenza sanitaria Covid 19, hanno criticato la chiusura dello scalo di Reggio.
“Per un sindacato serio – affermano - la prima cosa da tutelare è la salute dei lavoratori e dei cittadini. Ed abbiamo sottolineato anche perché era importante chiudere molti scali aeroportuali italiani, al contrario invece della necessità di far rimanere aperti e operativi i porti come quello di Gioia Tauro”.
Per questi motivi le Sigle ritengono di avere “le carte in regola, oltre a tante buone ragioni”, per chiedere ai rappresentanti governativi di calendarizzare degli incontri specifici e al massimo livello, nei tempi resi possibili dall'emergenza sanitaria, per affrontare la situazione “drammatica” in cui si trovano gli scali calabresi di Reggio Calabria e Crotone, oltre che di Lamezia, e sul futuro dei lavoratori della Sacal e di Alitalia, ma anche per parlare del problema della mobilità aerea “di una regione – sbottano - che sta diventando sempre più marginale e chiusa”. Infine per affrontare il tema della “irrisolta capacità di attrazione di nuove compagnie aeree”.
Filt-Cgil e Fit-Cisl si dicono poi preoccupate per il futuro di Alitalia: “La nuova compagnia di bandiera – affermano le sigle - deve nascere con una idea di sviluppo ed aumento dei voli, alla fine della fase di emergenza, con un piano industriale che tuteli l'occupazione e, per quanto ci riguarda, gli scali calabresi. Anche a tal fine stiamo discutendo di una possibile Cassa integrazione straordinaria a rotazione per circa 290 lavoratori di Sacal SpA e Sacal GH”.
I sindacati ritengono dunque di avere agito oltre che nella difesa dei lavoratori aeroportuali calabresi, anche per gli interessi generali e per una regione ed un'area del Mezzogiorno “che alla fine di questa fase di emergenza sanitaria deve trovare nel Governo nazionale e nelle Giunte Calabrese e Siciliana interlocutori certi per il rilancio del sistema della mobilità”, concludono.