Sanità nel Cosentino, 13 sindaci scrivono alla Santelli: “Incontro urgente”

Cosenza Salute

Tredici sindaci del cosentino hanno scritto alla presidente della Regione, Jole Santelli, per chiedere un incontro urgente per discutere della situazione sanitaria del cosentino. I sindaci di Bocchigliero, Calopezzati, Caloveto, Campana, Cariati, Cropalati, Crosia, Longobucco, Mandatoriccio, Paludi, Pietrapaola, Scala Coeli e Terravecchia, hanno messo in evidenza diverse criticità, come la “chiusura definitiva dell’Ospedale Cosentino, in risposta ad una riduzione della spesa sanitaria, sarebbe dovuta seguire, a garanzia di un’adeguata risposta sanitaria sul territorio, l’apertura del grande Polo Ospedaliero di Eccellenza della Sibaritide.

"Dopo dieci e lunghi anni nessuno di questi presupposti si è concretizzato, mentre resta la drammatica situazione di un intero territorio che va da Crotone a Rocca Imperiale, in cui la presenza dei due soli Spoke di Crotone e Corigliano-Rossano, terribilmente congestionati, non riesce a garantire i minimi Livelli Essenziali di Assistenza (LEA), causando spesso l’aggravamento di patologie e nei casi estremi addirittura il decesso dei pazienti”.

I sindaci hanno poi trasmetto la lettera al Presidente del Consiglio dei Ministri Giuseppe Conte, al Ministro della Salute Roberto Speranza ed al Commissario ad acta Piano di Rientro Sanità Regione Calabria Saverio Cotticelli.

Ne dà notizia è il sindaco facente funzioni di Cariati, Ines Scalioti che ha espresso soddisfazione per “aver ancora privilegiato la massima unità d’intenti sulla difesa dei fondamentali diritti di cittadinanza, da troppo tempo – scandisce – negati per i residenti di quest’area vasta. “La difficilissima situazione sanitaria che l’intero Paese sta fronteggiando – si legge nella nota indirizzata alla Santelli –sta mettendo in seria difficoltà un’intera popolazione, ma ancor di più tutti gli amministratori locali, regionali e nazionali, trovandosi questi nella situazione di dover affrontare questa terribile emergenza sanitaria tra innumerevoli carenze e difficoltà per poter garantire l’incolumità dei cittadini e salvaguardarli dal contagio: una vera guerra senza armi. L’emergenza COVID-19 ha praticamente dimostrato il fallimento dell’intero Sistema Sanitario Nazionale, evidenziando come negli ultimi vent’anni la politica di ogni colore ed ad ogni livello ha gestito la sanità come un problema meramente economico, basando le scelte e le azioni da intraprendere solo ed esclusivamente su dei calcoli per poter ridurre la spesa sanitaria, senza tenere conto che dietro questi calcoli vi era la salute e la sopravvivenza delle persone. Non bisogna pertanto aspettare che una nuova fase d’emergenza si presenti e bisogna agire tenendo conto di questo fallimento e apportare le dovute e quanto mai necessarie azioni correttive.

“Le amministrazioni che al momento rappresentiamo in qualità di Sindaci – continua la nota – sin dal 2016, hanno intrapreso in sinergia innumerevoli azioni riguardo la carenza di Sanità a Cariati ed in tutto il basso ionio cosentino, con particolare riferimento alla re-immissione nella Rete Ospedaliera Regionale del presidio ospedaliero di Cariati che dal 1978 ha garantito il diritto alla salute per il territorio. Nel corso degli ultimi decenni, però, per mezzo delle scelte scellerate, penalizzanti e poco lungimiranti effettuate dalla gestione regionale di ogni colore politico e di riflesso dalla burocrazia sanitaria provinciale, il Presidio Ospedaliero di Cariati, anno dopo anno, è stato spogliato di tutti i suoi reparti, servizi e professionalità, creando così le condizioni per la riconversione definitiva. La conseguenza di questa totale assenza di sanità – concludono i sindaci denunciando anche la mancata realizzazione della più volte promessa e prevista Casa della Salute – porta inevitabilmente ad una eccessiva migrazione sanitaria fuori regione, enorme fonte di danno erariale per l’ASP di Cosenza, nonché causa di costi sociali ed economici a danno di tutte le comunità interessate”.