Parrucchieri ed estetiste abusive. CNA: “più controlli per salute e tutela lavoratori”

Calabria Attualità

“Rilanciamo l’allarme sul dilagare dell’abusivismo che penalizza le imprese di acconciatura ed estetica e mette a rischio la salute delle persone.” È quanto dichiara il direttore del CNA Benessere e Sanità Caterina Gualtieri, che aggiunge: “Le nostre imprese regolari sono oggi chiamate a contrastare più di prima il diffondersi dell’esercizio abusivo della professione.”

Le innumerevoli segnalazioni che CNA Benessere e Sanità sta ricevendo, confermerebbero, purtroppo, il dilagare di una pericolosa pratica illegale in questa fase di blocco delle attività per il contenimento dell’epidemia da Covid-19, che mette a repentaglio la salute dei cittadini e la tenuta degli operatori che si attengono al rispetto delle regole.

“È necessario un impegno ancora più incisivo da parte delle autorità locali – avanza Caterina Gualtieri- affinché siano intensificati i controlli. L’efficacia degli accertamenti risulta vitale per le imprese del settore. Con il decreto dell’11 marzo 2020, il Governo ha disposto la chiusura di tutte le attività inerenti i servizi alla persona sull’intero territorio nazionale, come misura per contenere la diffusione del Coronavirus. Nonostante gli indiscutibili sacrifici economici e professionali che tale scelta comporta,- precisa - le imprese associate alla CNA hanno prontamente interrotto la propria attività”.

Già a metà marzo, CNA Benessere e Sanità aveva lanciato una campagna di informazione per indicare ai consumatori i pericoli in cui si può incorrere nel rivolgersi ad operatori irregolari e non autorizzati, i quali sfuggono ad una qualsiasi forma di vigilanza e controllo, non solo creando un danno economico, ma mettendo a rischio la salute dei clienti.

“Ora c’è bisogno di trasmettere alle imprese sane un segnale tangibile della vicinanza delle istituzioni. Se la lotta all’abusivismo non si affrontata in modo adeguato ed efficace – conclude il direttore del CNA Benessere e Sanità - rischia di accrescere il senso di malessere e inquietudine che la categoria sta vivendo in questo periodo di emergenza sanitaria e di chiusura prolungata.”