Confartigianato, Cna e Casartigiani: “Amareggiati, non c’è stata concertazione”
Si dicono profondamente amareggiate e sconfortate le associazioni di categoria Confartigianato, Cna e Casartigiani per le misure economiche varate dalla Regione che, a detta delle tre, non sono state concertate.
“Da questo pomeriggio i telefoni delle associazioni squillano in continuazione con richieste di informazione sugli aiuti annunciati, con imprenditori preoccupati di non poter accedere alle sovvenzioni e ai quali non sappiamo dare risposte. Ed infatti, abbiamo appreso solo oggi dagli organi di stampa della conferenza tenuta questa mattina dalla Presidente Santelli nel corso della quale sarebbero state illustrate le due misure economiche a sostegno delle imprese calabresi. Nessuna condivisione con le nostre Organizzazioni. Sia ben chiaro - sostengono i vertici dell'artigianato- nessun obbligo in capo alla politica di convocarci o ascoltarci, ma nessuno diritto di prendere in giro gli imprenditori, gli artigiani che rappresentano in Calabria quasi il 20% sul totale imprese.
“Avevamo già manifestato riserve sul metodo utilizzato nella pubblicazione della tanto discussa ordinanza, ma a quanto pare il metodo non cambia. Le risorse oggi messe a disposizione - si parla di 120 milioni di euro - siamo consapevoli che rappresentano cifre importanti per il bilancio della nostra regione. E siamo altrettanto consapevoli che non sono sufficienti a soddisfare tutte le imprese colpite dal lockdown. Ma proprio per questo, per non vanificare gli effetti positivi di una prima azione, attesa da settimane, avrebbe dovuto essere condivisa. Ed infatti, il click day previsto in questa fase siamo certi genererà solo confusione, come sempre avvenuto in questi casi.
“Tra l'altro, da indiscrezioni circolate pare che molte imprese del nostro mondo saranno escluse dal bonus Riapri Calabria perché rientranti tra i codici ateco autorizzati ad aprire: pensiamo a tutto il mondo dell'autoriparazione, a quello dei servizi, a quello degli impiantisti. Settori che pur potendo aprire, non hanno ovviamente fatturato nulla. Dunque, se così fosse, al rischio del contagio, oggi anche la beffa di restare esclusi dai contributi. E sempre da indiscrezioni, ci sarebbe una soglia massima di fatturato annuo (150 mila euro) previsto per poter accedere al bonus con esclusione di tante imprese. Forse sarebbe stato preferibile inserire una autocertificazione sulle perdite subite, se proprio selezione andava fatta. Comprendiamo che i 40 milioni non sono sufficienti per l'intera platea e che dunque la regione ha dovuto fare delle scelte, anche se in autonomia e senza alcuna condivisione. Ma proprio per evitare questo, avevamo chiesto come mondo dell'artigianato che le maggiori risorse fossero destinate alle sovvenzioni a fondo perduto.
“Perché oggi le imprese non hanno il problema di mantenere il personale, al quale fortunatamente è stato garantito il sostegno economico statale con le diverse forme della cassa integrazione su cui si parla di estensione per altri 9 settimane. Oggi le imprese hanno il problema di aprire, come aprire e di restare aperte. Ma se la politica continua a non ascoltare il mondo associativo nella sua interezza, ma resta dietro le proprio scrivanie e fare incontri con gruppi singoli, i risultati rischiano di lasciare morti sul campo. Ed oggi non possiamo permetterlo. E' un modo di lavorare che non ci appartiene e che francamente appare una presa in giro. Task force istituita, ma mai convocata. Richieste di incontri con invio di proposte prive di riscontri. Speriamo, per le imprese calabresi, di sbagliarci”.