Decreto Rilancio, Flai-Cgil : “Bene regolarizzazioni migranti, ora smantellare baraccopoli”
Chiede lo smantellamento di baraccopoli la Flai Cgil Calabria. E lo fa alla luce del decreto Rilancio e dell’inserimento della “norma per la regolarizzazione dei migranti”, con la quale, scrive “è stata scritta una significativa pagina per la storia di questo Paese, e non solo sul piano politico, ma anche su quello umano e sociale”.
Ma ora per il sindacato è arrivato “il momento di smantellare le baraccopoli e chiedere l’installazione di soluzioni abitativi idonee ed adeguate, dotate di impianti igienici e di riscaldamento a norma di legge anche presso le aziende agricole. Ma non solo: bisogna avviare il lavoro agricolo di qualità, applicare pienamente la Legge 199, contro il caporalato e lo sfruttamento e avviare una nuova fase di reale accoglienza ed integrazione”.
Il sindacato attendeva “da tempo questo tipo di provvedimento, e per questo, lungo tutti questi anni di battaglie, ma soprattutto in questo particolare momento di emergenza pandemica, abbiamo con forza insistito nel chiedere azioni urgenti per la tutela dei migranti. Per noi, la preoccupazione primaria è sempre stata quella di non dimenticarci della salute e tutela di migliaia di lavoratori, che con molte difficoltà, hanno continuato ad assicurare disponibilità di cibo sulle nostre tavole.
“In Calabria, poi, dove una considerevole fetta dell’economia di questa regione è prodotta proprio dal settore agricolo ed agroindustriale, si può ben intuire che tipo di impatto positivo questa norma può avere. Ragione questa, che ci spinge a ritenerci soddisfatti dalle misure governative adottate, poichè finalmente si potrà intervenire su quella vergogna dei ghetti, si pensi sopratutto alla bidonville di San Ferdinando, con la possibilità di svuotarli definitivamente, dando a questi lavoratori una soluzione alloggiativa dignitosa, che consentirà inoltre di seguire tutti i protocolli e gli accorgimenti necessari per prevenire il contagio da coronavirus. Ma non solo, rafforzando anche la legge 199/2016, si assesta anche un significativo colpo alla becera quanto illegale pratica del caporalato che, soprattutto in Calabria, continua ad alimentarsi sulla pelle dei lavoratori del settore agricolo”.