Disabilità: mascherine con la “finestra” per non udenti
La vita in tempo di emergenza pandemica Covid-19 di una donna, un uomo, un bambino con un “handicap nascosto”, porta a serie limitazioni nella vita sociale e relazionale. Se pensiamo alla popolazione in condizione di sordità, comprenderemo che se la società non è organizzata in relazione alle determinate necessità delle persone sorde, queste avranno una doppia difficoltà, cioè non potranno integrarsi perfettamente nel contesto dove vivono e non possono occupare importanti cariche sociali.
La perdita dell’udito colpisce più del 5% della popolazione mondiale. Nella nostra società, si guarda alla sordità in modi molto diversi. In Italia la sordità diventa un handicap, nel senso che porta a serie limitazioni della vita sociale e relazionale, e l’approccio a tale condizione è principalmente sanitario, sebbene nel tempo si stia passando progressivamente verso una prospettiva di tipo educativo e pedagogico.
La sordità è una condizione che può essere un’importante fonte di arricchimento all’interno della nostra società, perché ciò avvenga è però necessario che sia le persone sorde sia le persone udenti stiano attenti ad evitare l’isolamento così che entrambe le culture possano favorirsi a vicenda e costituire una risorsa reciproca per tutti i loro componenti. In questo momento di emergenza la vita diventa difficile per tutti e soprattutto per i sordi che dovranno utilizzare la mascherina secondo le regole prescritte dal Governo nazionale e regionale.
I sordi sono abituati a leggere il labiale della persona con la quale comunicano, dato che non tutti conoscono la lingua dei segni (LIS) e la mascherina protettiva diventa una barriera. Ilaria Muresu, Ivan Lombardi e Sara Succurro, valorosi studenti di tre regioni diverse, tutti e tre non udenti hanno sperimentato e inventato un modello di mascherina in tessuto non tessuto con una parte centrale in plastica trasparente, con le quali è possibile vedere la bocca. Con questa iniziativa ambiziosa, inizia la fase 2 dell’emergenza pandemica di tre amici che stanno sviluppando una spin-off per la produzione di mascherine con la “finestra” per non udenti.
Tre ragazzi distanti geograficamente ma con un grande cuore in comune che hanno deciso di mettersi a disposizione degli altri predisponendo una raccolta fondi apposita con la quale verrà finanziato il confezionamento delle mascherine. L’idea dei tre giovani è quella andare oltre la disabilità, vivendo la sordità come tratto distintivo di una comunità che cresce dopo la tempesta pandemica e distribuire le mascherine con la “finestra” all’intera popolazione di non udenti in tutta la nazione. Investire in tempo di epidemia di Coronavirus in un prodotto di successo è un antidoto alla crisi.
I tre giovani, che hanno avuto una idea semplice e innovativa, non vogliono rimanere soli e tentano di coinvolgere con una azione di fundraising e di crowdfunding, raccolta di fondi, per sostenere e finanziare il progetto a scopo sociale. L’idea è quella di finanziare il progetto delle mascherine con la “finestra” per non udenti che, non si esaurisce semplicemente nel finanziamento del progetto ma promuovere il coinvolgimento e la partecipazione alla "causa sociale" da parte di donatori e sostenitori. Le mascherine trasparenti potrebbero rappresentare effettivamente una soluzione alla barriera comunicativa determinata dalla bocca coperta e tutelare la comunità di chi non sente.