Decreto Rilancio, Usb proclama lo sciopero dei lavoratori della terra
Braccia incrociate nei campi e nelle città. Perché l’Unione sindacati di base ha indetto uno sciopero per domani, giovedì 21 maggio, di tutti i lavoratori definiti “invisibili”. Si tratta dei migranti per i quali secondo l’Usb non è garantito il diritto alla vita e al lavoro.
Con il decreto rilancio infatti, è stato approvato anche la l’articolo 110bis che prevede la regolarizzazione temporanea dei migranti. Ma per l’Usb “il governo ha deciso di preoccuparsi delle braccia e non della salute delle persone. Il governo ha deciso di preoccuparsi della verdura che rischia di marcire nei campi e non dei diritti delle persone. Non è nemmeno una questione tra italiani e migranti, perché il 9° rapporto del Ministero del Lavoro sull’occupazione dice che l’82% dei braccianti sono italiani”.
“Con il Decreto Rilancio - prosegue il sindacato - restano inascoltate le grida di dolore degli invisibili, dei dannati dei decreti sicurezza e della Bossi-Fini. Per tutelarsi dal Covid-19 chiedevano il rilascio del permesso di soggiorno per tutti, convertibile per attività lavorativa, che consentisse loro di iscriversi all’anagrafe e di avere un medico di base. Il governo ha scelto invece di non accogliere gli appelli disperati provenienti dalle zone rurali e dalle periferie metropolitane”.
Per questo la categoria lavoro agricolo del sindacato ha proclamato per il 21 maggio lo “sciopero degli invisibili, che chiedono solidarietà ai contadini/agricoltori schiacciati dai giganti della GDO e ai consumatori che hanno diritto a cibo eticamente sano”. Perché per l’Usb “nelle campagne a mancare sono proprio i diritti degli agricoltori, dei contadini e dei braccianti, che siano italiani o no”.