Stagione estiva, WWF rinnova l’appello per la tutela dei litorali
"La riapertura delle spiagge in vista di una stagione balneare che si presenta difficile a causa delle norme imposte per difendersi dal Coronavirus, sta inducendo molti comuni rivieraschi e operatori del settore ad attrezzarsi per accogliere in tempo i propri ospiti nel modo più sicuro e secondo le regole previste. Tali norme non prevedono però né presunte “sanificazioni” a base di ipoclorito di sodio (tossico per gli uomini e per l’ambiente), né tanto meno lo spianamento con ruspe e trattori del litorale, tanto da rendere le spiagge simili ad una tavola da biliardo, alterando gravemente un ecosistema importante per diverse e spesso rare specie animali e vegetali." - È quanto si legge in una nota delle Organizzazioni Aggregate del WWF Calabria -
"Dispiace dover constatare - si legge - come, nonostante gli appelli e le lettere inviate dal WWF ai vari comuni costieri e finalizzati alla conservazione di tali habitat, in alcuni casi vengano adoperati ancora mezzi meccanici (ruspe o trattori) per “lisciare” la spiaggia anziché, come andiamo consigliando ormai da anni, procedere ad una pulizia manuale o con rastrelli del materiale accumulato dalle mareggiate invernali.
Il disappunto è ancora più grande se tali operazioni vengono effettuate proprio da comuni che hanno fatto della tutela e del rispetto per l’ambiente, il proprio fiore all’occhiello, tanto da ambire ogni anno al titolo di “Bandiera Blu” e diventare un esempio da additare agli altri comuni costieri."
"Purtroppo - si legge ancora nella nota del WWF - dobbiamo ricordare ancora una volta che la pulizia delle spiagge con metodi così drastici non fa che causare la distruzione degli habitat indispensabili ad alcune specie per la propria sopravvivenza: si pensi ad esempio a piccoli uccelli come il Fratino (di cui ormai si contano in Italia meno di 2000 coppie), o al Corriere piccolo, che già stanno covando le loro uova mimetiche deposte proprio sulla sabbia; o alla stessa Tartaruga marina che, proprio a partire dalla tarda primavera, sceglie soprattutto le spiagge del medio e basso litorale ionico della Calabria per riprodursi, affidando ad un nido insabbiato la custodia delle proprie uova, lo sviluppo e la nascita dei tartarughini. Nido e uova che rischiano invece di essere schiacciati dal passaggio o dall’azione di pesanti mezzi meccanici, vanificando così un evento, quello riproduttivo, che la tartaruga compie ogni due o tre anni."
"Ma gli ambienti sabbiosi, specie quelli dunali, - ribadisce l'Associazione ambientalista - rappresentano habitat unici anche per una serie di piante che hanno sviluppato degli adattamenti particolari per sopravvivere in condizioni così difficili e che quindi non si riscontrano in nessun’altra parte del territorio. Simbolo di questa flora sempre più rara e minacciata, è il Pancrazio o Giglio di mare, le cui fioriture candide e profumate esplodono proprio nel bel mezzo dell’estate (sempre che non vengano spazzate via da un cingolato)."
"Da qui l’appello accorato del WWF - si legge infine - alle amministrazioni e ai gestori di lidi e chioschi perché si astengano dall’adoperare sistemi di pulizia così distruttivi, ricordando che conservare una spiaggia che ospita un nido di tartaruga o un giardino di piante spontanee, non rappresenta solo un gesto di civiltà, ma una garanzia per assegnare un valore aggiunto a quel pezzo di costa e un’attrattiva in più per i numerosi amanti della natura."