Emergenza rifiuti, Libera e le imprese di RLR chiedono l’intervento dell’esercito

Reggio Calabria Cronaca

Chiedono l’intervento dell’esercito Libera Reggio Calabria e le imprese RLR. Fanno un appello al governo e alle massime autorità, in merito all’emergenza rifiuti che sta vivendo la città, così da ottenre “immediati e drastici provvedimenti, anche valutando l’invio di unità dell’Esercito” per “ripristinare la legalità violata e far si che i valori costituzionali in gioco non siano definitivamente compromessi”.

Attraverso una pec ufficiale, hanno scritto una mail al Ministero degli Interni e alla Prefettura, “richiedendo misure drastiche e d’urgenza, a seguito della grave emergenza sociale e sanitaria venutasi a verificare a Reggio Calabria. A causa della costante presenza di enormi cumuli di rifiuti di ogni natura, la popolazione e le imprese che insistono sul territorio si vedono grandemente in pericolo con il rischio di compromettere l’incolumità delle persone e dei minori che vivono nel territorio, ma non solo".

"I cittadini e le imprese commerciali, già prostrate dall’emergenza coronavirus e poi nel rione Ciccarello dalla presenza costante di spacciatori di droga e scippatori che commettono furti e rapine nei confronti di chiunque si avvicini alla zona - scrivono Libera e Rlr - si trovano ora a dover affrontare anche l’emergenza dei rifiuti accatastati in ogni dove e in prossimità delle attività aperte al pubblico”.

Fanno quindi riferimento ai roghi dei rifiuti con continui interventi dei vigili del fuoco. “I fatti descritti -assicurano Libera e imprese - sono stati più e più volte denunciati alle autorità competenti e sono stati oggetto di articoli di stampa; una rappresentanza del coordinamento di Libera e della rete antiracket ReggioLiberaReggio è stata anche ricevuta nelle scorse settimane dal Prefetto di Reggio Calabria, Massimo Mariani che ha espresso la sua piena disponibilità all’ascolto e per la risoluzione dei problemi”.

I cittadini e i lavoratori della zona minacciano di scendere in piazza a tempo indeterminato e le imprese più esposte, che contano parecchie decine di dipendenti, stanno pensando alla chiusura immediata e forse definitiva.