Violenza sessuale a Botricello, processo d’appello da rifare
La Corte di Cassazione ha annullato la sentenza con cui la Corte d'appello di Catanzaro, l'8 aprile scorso, ha confermato la condanna a due anni di reclusione inflitta ad Andrea Brescia, giovane di Botricello (Catanzaro) accusato di violenza sessuale. I giudici romani hanno rimandato gli atti a Catanzaro, perche' si tenga un nuovo giudizio di secondo grado. Brescia, secondo le contestazioni formulate dalla Procura, il 2 novembre del 2004 era entrato nell'abitazione della vittima, a Botricello (Catanzaro), e l'aveva brutalizzata, immobilizzata, terrorizzata. La donna non subi' uno stupro vero e proprio per "cause indipendenti dalla volonta' dell'imputato", ma la legge non fa distinzione a seconda che il rapporto sia consumato o meno, e qualifica sempre e comunque come violenza sessuale ogni atto di costrizione che rientri in quella sfera. Cosi', il 14 febbraio del 2008 il Collegio di primo grado aveva accolto la richiesta del pubblico ministero - che pero' all'epoca aveva sollecitato una condanna a tre anni e mezzo -, dichiarando l'imputato colpevole con una pronuncia che, due anni dopo, i giudici di secondo grado hanno ribadito. Adesso, accogliendo il ricorso del difensore dell'imputato, l'avvocato Gregorio Viscomi, la Cassazione ha annullato quella pronuncia, e l'appello dovra' tenersi novamente.