Cosenza. Domani inaugurazione della mostra Ausencias
Sarà inaugurata alle 17,30 di Giovedì 3 Marzo dal Presidente Mario Oliverio alla presenza dell’Ambasciatore della Repubblica Argentina in Italia Torcuato Di Tella la mostra Ausencias del fotografo argentino Gustavo Germano.
L’evento espositivo, che rende omaggio ai desaparecidos vittime della dittatura militare argentina, arriva a Cosenza grazie alla collaborazione tra Provincia ed Ambasciata argentina in Italia dopo aver fatto tappa in molti Paesi del mondo.
All’inaugurazione nella Galleria d’Arte Provinciale Santa Chiara di Cosenza, dove la mostra sarà visitabile gratuitamente sino al 14 Marzo, parteciperanno lo stesso Gustavo Germano e Estela Carlotto, presidente delle “Nonne di Plaza de Mayo” l’associazione che da anni si batte per localizzare e restituire alle legittime famiglie bambini o sequestrati insieme ai propri genitori o nati da giovani donne incinte fatte partorire in reparti di maternità clandestini e adottati da famiglie di militari o amiche di questi.
Ausencias, ovvero Assenze, è un emozionante lavoro che con forte sensibilità artistica documenta il vuoto, anche visivamente inteso, lasciato dalle persone sparite in Argentina tra il 1976 e il 1983. Almeno trentamila vittime, molte tra le quali italiane d’origine.
Fra queste, anche Angela Maria Aieta, emigrata da Fuscaldo, la cui storia, il coraggio, l’ impegno civile sono stati ricostruiti nel docu-film “¿Necesitas algo, nena?” che sarà proiettato per le scuole Venerdì 4 Marzo, alle ore 9,30 nell’Auditorium del Liceo Classico Telesio.
Ausencias
Con enorme sensibilità il fotografo argentino Gustavo Germano, partendo dal materiale fotografico di alcuni album di famiglia, illustra quindici casi attraverso i quali si dà un volto all’universo di coloro che non ci sono più: attivisti politici, studenti, operai, professionisti, intere famiglie.
Trent’anni dopo, Germano accompagna con la sua macchina fotografica i parenti e gli amici negli stessi luoghi dove furono scattate quelle foto, che lui ricompone mettendo in risalto l’assenza delle persone scomparse; essi stessi rivendicano lo spazio che avrebbero dovuto occupare le persone amate.
Abuelas de Plaza de Mayo, le Nonne di Plaza de Mayo.
Durante la dittatura militare in Argentina oltre 30.000 persone, di tutte le età e condizioni sociali, furono fatte sparire dal potere. Tra queste diversi bambini, sequestrati insieme ai propri genitori, e molte giovani donne che erano incinte al momento della loro scomparsa.
E’ nota l’esistenza di veri e propri reparti di maternità clandestini dove si facevano partorire le donne sequestrate, per poi affidarne i figli a famiglie di militari o loro amici che, singolarmente, risultavano in attesa di una nascita in tali centri.
Nata dalla convinzione che l’appropriazione di tali bambini abbia fatto parte di un piano sistematico e strategico volto ad annullare l’esistenza stessa di tali piccole vittime e dei loro genitori, l’associazione Abuelas de Plaza de Mayo nasce come organizzazione non-governativa la cui finalità è quella di localizzare e restituire alle legittime famiglie tali bambini, e creare le condizioni affinché mai abbiano a ripetersi tali terribili violazioni dei diritti dei bambini, esigendo, tra l’altro, la persecuzione legale di tutti i responsabili.
L’associazione si avvale di un’équipe tecnica integrata, composta da professionisti nell’area legale, medica, psicologica e genetica. Valido elemento di supporto alla ricerca è stata la creazione di una banca dei dati genetici di tutte le famiglie che hanno bambini scomparsi.
Ad oggi le nonne di Plaza de Mayo hanno localizzato ben 97 ragazzi desaparecidos. Tutti gli altri hanno una causa aperta di fronte alla giustizia.
La Presidente delle Abuelas, Estela Carlotto, è stata una delle protagoniste del processo che si è celebrato a Roma nel 2000 e che ha portato alla condanna di sette militari argentini.
¿Necesitas algo, nena?
“¿Necesitas algo, nena?” racconta la storia di Angela Maria Ajeta, emigrante calabrese nativa di Fuscaldo che parte insieme alla madre alla volta dell’Argentina, all’interno di quella corrente di emigrazione che ha portato negli anni ‘30 molti suoi conterranei verso le Americhe. A Buenos Aires, Angela sposa il compaesano Umberto Gullo, di professione sarto, che aiuta nel lavoro e con il quale ha quattro figli.
Uno di questi, Dante – attualmente deputato del governo Argentino – diventa leader della Gioventù Peronista, posizione scomoda durante la Dittatura degli anni ’70, che porta al suo arresto e alla successiva scomparsa di Angela e del figlio minore Jorge: di entrambi non si avranno più notizie ed entreranno a far parte della tristemente nota schiera dei desaparecidos. Grazie alle testimonianze di Dante e di altre persone – come la sua prima moglie Graciela Ojeda – il pm Francesco Caporale ha potuto istruire a Roma un processo contro il Regime Militare argentino, nel quale la Regione Calabria e la Provincia di Cosenza si sono costituite parte civile in difesa di Angela e altri desaparecidos
Autori: Francesco Stasi, Laura Chiossone, Francesca Chiappetta.
Prodotto da: Francesca Chiappetta e Francesco Stasi per Cartiere Vannucci Productions.
Regia: Laura Chiossone.
La realizzazione del documentario è stata possibile grazie alla collaborazione con l'associazione socio-culturale ANGELINA ed al finanziamento della Regione Calabria (Assessorato alla Cultura). Il documentario è patrocinato da Amnesty International e dall'Ambasciata Argentina d'Italia.