Carcere, la proposta del garante: “Istituire commissione consiliare permanente”
Attualmente nel carcere a Crotone sono recluse 133 persone: di cui la maggioranza italiani. L’enumerazione delle cifre non deve farci mai dimenticare che i detenuti sono persone con percorsi di vita, tensioni, speranze, errori e non dati meramente statistici”, è quanto scrive il garante dei diritti dei detenuti di Crotone, Federico Ferraro.
Ha quindi ricordato diversi episodi a volte “di agitazione emotiva, di confronto, di appelli da parte degli stessi detenuti, dei familiari e del Garante stesso, conclusi sempre con interlocuzioni importanti e costruttive”, come lo “sciopero della fame, un tentativo di suicidio, per fortuna sventato dagli agenti o ancora, alle richieste di strumenti anti Covid-19 per tutelare l’incolumità della popolazione carceraria.”
“Nel primi mesi del 2020 si è fatta sentire a gran voce la richiesta da parte della popolazione carceraria crotonese di dotazioni, di strumenti di protezione per il coronavirus. Dotazioni che finalmente sono arrivate, ma esclusivamente per sensibilità di privati cittadini, che hanno accolto l’appello dei detenuti e del Garante comunale. La consegna delle oltre 300 mascherine, cucite a mano, è stata un’esperienza molto toccante e significativa. Un atto di civiltà sociale e umana che ha mostrato tutta la generosità dei crotonesi. Esprimo in questa occasione un plauso ai detenuti per l’atteggiamento collaborativo assunto durante la pandemia, senza porre in essere atti violenti o lesivi, come è avvenuto, purtroppo in altre case circondariali italiane.
“Nel mese di marzo ho espresso e torno a farlo un sincero cordoglio e vicinanza al Corpo della Polizia Penitenziaria, appresa la triste notizia della scomparsa dell’agente, vittima del Coronavirus, il capo coordinatore Gian Claudio Nova di 51 anni, in servizio presso la Casa Circondariale di Locri. L’età non veneranda della vittima ci ha fatto comprendere l’importanza di tenere a tutte le età, comportamenti quanto mai responsabili e soprattutto che non mettano in pericolo noi stessi e i nostri cari. Anche per tali motivi ho dovuto ridurre la presenza fisica preso la Casa circondariale , ma sono state potenziate in sinergia con la Direzione e la Polizia penitenziaria le modalità di comunicazione digitali, ogni volta che i detenuti lo hanno richiesto.
“Agli inizi di aprile i detenuti del carcere di Crotone hanno intrapreso uno sciopero della fame per alcuni giorni, per sollecitare interventi contro il sovraffollamento carcerario e i rischi di contagio da coronavirus; gli stessi hanno scritto una lettera aperta al Presidente della Repubblica , al Ministro della Giustizia, ed alle Istituzioni locali di pubblica sicurezza “lamentando il mancato rispetto delle capienze massime previste all’interno dei luoghi di reclusione, la necessità degli interventi urgenti da affrontare affinchè sussistano le necessarie misure di contenimento e prevenzione della pandemia.
“I detenuti hanno chiesto al Governo l’adozione di misure legislative che consentano l’osservanza della misure di sicurezza imposte dall’OMS e dal Ministero della Salute anche all’interno delle Case circondariali. E’ stata importante in quei mesi, e lo è tutt’ora, la collaborazione sinergica avviata con il Comando di Polizia penitenziaria di Crotone e con la Direzione.
Sempre in tema COVID-19, c’è stato poi un intervento come Ufficio del Garante dei detenuti anche per un detenuto di origine crotonese, positivo al virus, in Friuli Venezia Giulia; ad aprile si è ottenuto riscontro in merito alle condizioni di salute del detenuto, all’evoluzione della sua situazione clinica come della terapia a cui il medesimo è stato sottoposto. A maggio si è avuto purtroppo un tentativo di suicidio, fortunatamente scampato, grazie agli Agenti di Polizia penitenziaria”.
L’Ufficio del Garante comunale dei detenuti ha avviato un tavolo istituzionale “ancora aperto al reinserimento socio-lavorativo: purtroppo ancora oggi nessuna iniziativa o proposta da parte della Casa Circondariale ha ottenuto riscontro concreto dalle imprese e realtà aziendali locali, per cui nessun detenuto a Crotone ha potuto svolgere lavori all’esterno. Sia nell’ambito della utilità sociale che di quello retribuito. In questa mancata risposta sicuramente vi è l’emergenza sanitaria in corso che ha stravolto i ritmi e le dinamiche anche della realtà produttive. Occorre, tuttavia, un riscontro concreto da parte delle realtà imprenditoriali locali per l’uso dei laboratori e degli spazi esterni ( le serre) messi a disposizione per attività di laboratorio artigianale o attività agricole. Interessanti proposte sono venute, in questi giorni, nell’ambio dell’attività di legatorìa e serigrafia e ne auspico una concreta attuazione in tempi ragionevoli”.
Ferraro ha auspicato “un interessamento da parte degli enti locali, nella fattispecie dell’Ente comunale, durante il periodo di gestione commissariale, ad intervenire nel settore della detenzione carceraria, anche con un semplice interessamento verso le problematiche, oppure prendendo in considerazione la più volte reiterata richiesta di istituire una semplice fermata per autobus che colleghi carcere e citta’ di crotone, più volte disattesa”.
Da qui la proposta di “costituire una struttura stabile aperta sulle problematiche del mondo carcere; dovrà occuparsi anche delle criticità o di tutti gli eventuali ritardi nelle dinamiche penitenziarie tra uffici e popolazione carceraria, come dei servizi. Dovrà creare un sistema di reinserimento nella società e nel lavoro, ricevere progettualità anche da parte di aziende, cooperative, enti pubblici o privati locali , rivolti ai detenuti e ad ex detenuti, ormai liberi e pronti a ripartire. Insomma penso ad un monitoraggio costante e ad un recupero e ad un ripristino della legalità perduta”.