“Smontata” la “grande piazza” di spaccio del cosentino, otto arresti e una quarantina di indagati
Gli stessi investigatori lo hanno definito come un vero e proprio “supermarket” della droga: cocaina, marijuana, hashish ecc., sempre disponibili per i clienti, spacciati principalmente tra Castrovillari e Cassano allo Ionio.
Un business che avrebbe coinvolto quasi una quarantina di persone, una dozzina delle quali che oggi - nell’ambito dell’operazione non a caso denominata “Big Square” (QUI), si sono viste raggiungere da altrettante misure cautelari: una in carcere, sette ai domiciliari con tanto di braccialetto elettronico e quattro sottoposte ad obbligo di dimora nel comune di residenza (con divieto di uscire tra le 21.30 e le 7 del mattino).
Contestualmente sono stati notificati anche 24 avvisi di garanzia disposti dal Gip del Tribunale di della città del Pollino su richiesta della Procura locale, nei confronti di altrettanti indagati, a vario titolo ed in concorso, per detenzione di stupefacente ai fini dello spaccio.
Le misure in sono state disposte a conclusione di un’articolata indagine, durata cinque mesi e coordinata dal Sostituto Antonio Iannotta, condotta dai carabinieri cosentini tra la fine di febbraio 2019 e la fine luglio dello stesso anno, e nel corso della quale sono state intercettate in tutto 33 utenze telefoniche, eseguite due intercettazioni ambientali e monitorate delle abitazioni private, in uso agli indagati, attraverso delle telecamere fisse.
Proprio le telecamere, nascoste opportunamente, hanno consentito di accertare numerose attività di spaccio nel centro urbano di Castrovillari, talvolta anche in pieno giorno, e da parte dei destinatari delle misure.
Gli investigatori hanno così scoperto come concordassero gli appuntamenti con i “clienti” e come venisse anche usato un linguaggio criptico e volutamente accorto.
Tra l’altro venivano privilegiate delle App come WhatsApp, Messanger e simili (che sfruttano la linea dati) così da evitare l’ascolto da parte delle Forze dell’Ordine, in particolare sulle conversazioni in cui si prendevano accordi con gli acquirenti, o si interloquiva su fatti relativi allo spaccio.
L’indagine prende il via da alcuni gravi fatti accaduti nella città del Pollino, a partire dalla fine del mese di ottobre del 2018, e che avevano creato un certo allarme sociale in tutta la popolazione, attirando di conseguenza l’attenzione degli investigatori.
In particolare, nella notte del 22 ottobre di quell’anno, su corso Calabria, fu incendiata l’auto usata dal figlio di un pluripregiudicato residente a Castrovillari.
L’attività informativa avviata dopo questo episodio ha portato a far ritenere che quell’incendio fosse da ricondurre a dei dissidi sorti tra la delinquenza locale in merito al traffico di stupefacenti di un altro pluripregiudicato locale, che per l’attività si avvaleva dei suoi più stretti familiari.
Questa ipotesi avrebbe poi trovato riscontro dalle investigazioni eseguite a Castrovillari il 7 novembre del 2018 quando, a seguito di una perquisizione domiciliare, i componenti della famiglia dello stesso pregiudicato - composto da 5 persone e tutte poi arrestate - vennero sopresi mentre maneggiavano e confezionavano delle dosi di eroina, in totale 23 grammi di cui 10 già suddivisi in 26 dosi termosaldate in bustine e altri 14 in polvere.
I carabinieri, così, avviarono un’attenta attività durante la quale ritrovarono in totale mezzo chilo di marjuana, 133 grammi di cocaina, 25 di eroina, 200 di hashish, 32 di sostanza da taglio, della mannite.
Vennero poi eseguiti nove arresti in flagranza e ritrovate varie tipologie di sostanze stupefacenti; sei persone furono invece denunciate a piede libero ed anche qui fu scoperta dell’altra droga.
Gli investigatori sono riusciti poi a effettuare ben 71 riscontri all’attività di intercettazione a seguito dei quali sono state segnalate alla prefettura di Cosenza 64 persone per uso personale di droga.
L’operazione è stata condotta da oltre 100 militari del Comando locale della Compagnia Carabinieri coadiuvati dal personale del Comando Provinciale di Cosenza, del Nucleo Cinofili e dell’8° Nec di Vibo Valentia, coordinati dal Maggiore Giovanni Caruso.