Rinascita Scott, la Dda non fa sconti. A processo 456 persone, 224 le parti offese
Rinvio a giudizio per 456 indagati nella maxi-inchiesta “Rinascia-Scott” (QUI). È la richiesta della Dda di Catanzaro nei confronti delle persone coinvolte nell’imponente blitz contro le famiglie di ‘ndrangheta della provincia di Vibo Valentia.
Secondo la Distrettuale Antimafia, la criminalità vibonese sarebbe “un vero e proprio cartello ‘ndranghetistico trasversale rappresentativo delle locali di ‘ndrangheta della Provincia” e i capi “una sorta di direttorio criminale (denominato ‘caddara’)” con una “decisiva influenza in tutta la zona”.
Sono invece 224 le parti offese, si tratta dei Comuni del Vibonese, della Regione Calabria, della Prefettura, del ministero della Giustizia e di privati, imprenditori vessati dalle cosche, taglieggiati, sottoposti a minacce e danneggiamenti. Ventitrè le posizioni stralciate rispetto all’avviso di chiusura indagini.
Tra gli indagati risulta Giancarlo Pittelli, penalista ed ex parlamentare di Forza Italia, poi passato nel 2017 a Fdi. Il capo di imputazione consta di 438 reati.
Nel mirino della Dda sono entrate: la cosca Mancuso al vertice della locale di Limbadi; la cosca La Rosa, ‘ndrina di Tropea; la consorteria Fiarè-Razionale-Gasparro a capo della locale di San Gregorio d’Ippona; la cosca Lo Bianco-Barba e i Camillo-Pardea dominanti sulla locale di Vibo Valentia città; la cosca Accorinti del locale di Zungri; la cosca dei Piscopisani a capo della locale di Piscopio; la cosca Bonavota del locale di Sant’Onofrio; la cosca Cracolici, ‘ndrina di Filogaso e Maierato; la cosca Soriano di Filandari, Ionadi e San Costantino; la cosca Pititto-Prostamo-Iannello della società di Mileto; e la cosca Patania della locale dominante a Stefanaconi.