White Collar, torna in libertà Carlo Plastina
È ritornato in libertà senza nessun obbligo Carlo Plastina, ex presidente dell’ordine dei commercialisti di Rossano. È la decisione del Tribunale del Riesame di Catanzaro in merito all’inchiesta White Collar che ha annullato la misura cautelare. Plastina è rientrato nella sua abitazione.
Nei prossimi 15 giorni il Giudice della Libertà renderà note le motivazioni che lo hanno portato ad accettare tutte le argomentazioni degli avvocati difensori Ettore Zagarese e Pierpaolo Cassiano, annullando in questo modo le decisioni precedentemente prese dal GIP di Castrovillari a carico dell’indagato.
“Siamo naturalmente soddisfatti della decisione del Giudice della Libertà che ha totalmente condiviso le nostre argomentazioni - questa la prima dichiarazione degli avvocati difensori raggiunti telefonicamente subito dopo ricevuta la notizia - come nostra abitudine abbiamo preferito affrontare il processo nella sua sede naturale che certamente non è certo quella del circo mediatico scatenatosi con una ridda di infamanti dichiarazioni intorno al nostro assistito. Ancora una volta si è celebrato un processo ed emesso un verdetto senza che la corte fosse nemmeno entrata in aula.”
“Ora - hanno concluso i difensori - pretendiamo che si proceda alla riabilitazione dell’immagine del nostro difeso con la stessa forza e virulenza con la quale il nome del presidente Plastina, nei cui confronti ricordiamolo la misura è stata totalmente annullata, è stato sino ad ora ingiustamente infangato”.
L’operazione White Collar condotta dal comando provinciale di Cosenza della Guardia di Finanza sotto il coordinamento della Procura di Castrovillari è partita lo scorso 27 luglio, con 48 indagati, nove le persone in carcere, sette ai domiciliari.
I reati contestati variavano dall'associazione per delinquere finalizzata alla turbativa d'asta, alla corruzione in atti giudiziari ed alla rivelazione ed utilizzazione dei segreti d'ufficio. L'esecuzione dell'ordinanza di applicazione di misure cautelari erano state emesse dal gip del Tribunale di Castrovillari, Carmen Maria Raffaella Ciarcia, su richiesta del sostituto procuratore della Repubblica, Luca Primicerio, sotto il coordinamento del procuratore facente funzioni, Simona Manera.
A finire sotto la lente degli inquirenti è stato il mercato truccato delle aste giudiziarie di beni ricadenti nell’area di Corigliano Rossano attraverso il coinvolgimento di professionisti e dipendenti del Ministero della Giustizia in servizio nel distretto giudiziario di Castrovillari. Due anni di indagini per ricostruire un collaudato sistema che ha visto coinvolti imprenditori e dipendenti pubblici. Le presunte condotte illecite riguarderebbero un sistema di aggiudicazione di beni mobili e immobili attraverso la corresponsione di somme di denaro a quanti gestivano i meccanismi delle aste.