Dibattito sul post Covid alla III giornata del “Serreinfestival”
Il dibattito “Dopo il Coronavirus: le aree interne tra speranze e progetti”, moderato dai conduttori di “On the news” Antonio Zaffino e Biagio La Rizza, ha animato la terza giornata del “Serreinfestival” facendo emergere criticità comportamentali della comunità, ma anche prospettive di sviluppo.
Punto centrale della discussione è stata la condizione in cui versano i comprensori montani, privati di servizi e collegamenti e travolti dalla piaga dello spopolamento. Su questo, in maniera molto originale, si è concentrato il vicepresidente della Giunta regionale Nino Spirlì, secondo il quale “le aree interne sono un bene prezioso raccontato nei convegni e dimenticato nella realtà”.
“Le perle di queste zone – ha argomentato Spirlì – sono i borghi, che devono essere tenuti vivi con cura e attenzione. Il Coronavirus è stato un incidente che è stato affrontato grazie al comportamento dei calabresi, della Giunta e del Consiglio regionale”.
Parlare delle positività ed agire di conseguenza valorizzando le eccellenze locali è, ad avviso del titolare della delega alla Cultura, il miglior strumento per avviare la crescita e, proprio per questo, “non parteciperò - ha chiarito Spirlì – a convegni sulla legalità, perché è un argomento da affrontare nelle caserme e nelle famiglie. E con l’antindrangheta molti si sono ingrassati”.
I punti di forza del territorio sono stati evidenziati dal presidente del Gal “Terre vibonesi” Vitaliano Papillo, per il quale “la sfida principale è fare rete e sinergia” e dal direttore del Parco delle Serre Francesco Pititto che ha visto nel turismo lento una grande occasione di rilancio unitamente alla realizzazione della ciclovia. Papillo ha inoltre posto l’accento sul lavoro compiuto dal Gal per proporre su larga scala i prodotti calabresi di qualità con iniziative di ampio respiro e con bandi volti a sostenere l’imprenditoria agricola di una provincia dalle grandi risorse naturali.
Di diverso tenore gli interventi dei consiglieri regionali Francesco Pitaro e Luigi Tassone che hanno analizzato rispettivamente “le responsabilità della politica nel processo di spopolamento” e “le prospettive che possono derivare dalla promozione delle bellezze del territorio”.
La sintesi è stata individuata nella necessità di lavorare insieme, utilizzando con sapienza i fondi europei, per far emergere il valore di una terra che ha le energie materiali e morali per fare il salto di qualità ed essere altamente competitiva.