Emersione lavoro, Cosenza sul podio nazionale per numero di permessi di soggiorno
Verona, Cuneo e Cosenza. Queste le città che hanno registrato il numero più alto di domande per la procedura di emersione dei rapporti di lavoro. La procedura, avviata lo scorso 1 giugno, ha coinvolto tutti i lavoratori dell’agricoltura, del lavoro domestico e dell’assistenza alla persona, per un totale di 207.542 pervenute sul sito del Ministero dell’Interno.
Secondo i dati emersi gli stranieri domiciliati in Italia hanno presentato numerose richieste di permesso di soggiorno temporaneo, per un totale di 12.986 domande. Nei dati conclusivi emerge che a livello provinciale i territori in cui sono state presentate questo tipo di domande sono appunto Verona (675), Cuneo (466) e Cosenza (423), seguite da Milano (406).
In merito alle procedure di emersione dei rapporti di lavoro, esiste una vera e propria prevalenza di richieste per il lavoro domestico e di assistenza alla persona, che costituisce l’85% del totale delle domande trasmesse (176.848), rispetto alle domande per l’emersione del lavoro subordinato, che hanno riguardato quindi il 15% del totale (30.694).
Il maggior numero di domande per il settore del lavoro domestico e di assistenza alla persona (47.357)è stato presentato dai cittadini che vivono in Lombardia, mentre al primo posto per il lavoro subordinato si trova la Campania (6.962). A livello provinciale ai primi tre posti ci sono Milano (22.122), Napoli (19.239) e Roma (17.318) per le domande per l’emersione del lavoro domestico, e Caserta (2.904), Ragusa (2.005) e Latina (1.897) per l’emersione del lavoro subordinato.
Sui 176.848 datori di lavoro che hanno presentato domanda di emersione per il settore domestico, 136.138 sono di nazionalità italiana, mentre, per il lavoro subordinato, sono italiani 28.013 datori su 30.694 richiedenti. Rispetto al Paese di provenienza del lavoratore, infine, ai primi posti risultano l’Ucraina, il Bangladesh e il Pakistan per il lavoro domestico e di assistenza alla persona; l’Albania, il Marocco e l’India per il lavoro subordinato.