Cariati. Da Laboratorio analisi a punto prelievo, Giunta chiede sospensione delibera Asp
“Motivare e richiedere a luglio il potenziamento in termini di personale e strumenti e ritrovarsi a distanza di un solo mese con la conversione del laboratorio analisi dell’ex ospedale di Cariati in Punto Prelievo, significa assistere all’ennesimo ed inaccettabile scippo perpetrato ai danni di questo territorio e di fronte al quale non resteremo inermi”.
È quanto afferma l’assessore alla sanità del comune jonico cosentino, Maria Elena Ciccopiedi, esprimendo sdegno con il Sindaco Filomena Greco rispetto all’adozione del piano aziendale per la riorganizzazione della rete e territoriale.
La Giunta ha provveduto ad approvare nei giorni scorsi la delibera con la quale si chiede alla struttura commissariale dell’ASP di Cosenza la sospensione della delibera in questione.
“La conversione della laboratorio analisi – si precisa nel documento - determinerebbe un eccessivo intasamento del laboratorio analisi dello Spoke di Rossano-Corigliano, vista anche la conversione in Punto Prelievo del laboratorio analisi dell’Ospedale di Corigliano che, pertanto, dovrebbe soddisfare le richieste di un bacino d’utenza eccessivamente vasto, senza sottovalutare le disastrate condizioni della viabilità ed i conseguenti tempi di percorrenza che potrebbero invalidare i campioni da analizzare”.
La situazione sanitaria dell’intero territorio afferente all’ex Ospedale di Cariati, per l’assessore sarebbe caratterizzata “da condizioni di assistenza già fortemente penalizzate, in cui i Livelli Essenziali di Assistenza (LEA) non vengono assolutamente garantiti alla popolazione”.
Il laboratorio di analisi, quindi, e sempre secondo Ciccopiede, costituisce, oltre che un punto di riferimento per i cittadini che necessitano di effettuare esami di laboratorio, “anche e soprattutto un imprescindibile supporto al funzionamento dei vari reparti e servizi esistenti all’interno della struttura ospedaliera quali il Punto di Pronto Intervento, la Dialisi, l’RSAM, l’ambulatorio di Cardiologia, il Consultorio Familiare”.
“Questi, in caso di conversione, subirebbero un grave rallentamento nella prestazione dei loro servizi con conseguente danno e pericolo per la popolazione”, conclude l’assessore.