Giustizia: nasce la campagna promozionale “I love Mediazione Civile”
La storia ripete se stessa, è risaputo. In passato ci si è affidati agli slogan e ai simboli per sostenere la parità tra i sessi e le riforme sul diritto di famiglia. Nell’era di internet ci si affida agli stessi semplici strumenti comunicativi per manifestare il desiderio diffuso di migliorare un settore che da sempre fa acqua da tutte le parti, quello della giustizia italiana. In particolare, uno slogan e un logo si stanno facendo carico di sostenere dal basso l’introduzione dell’istituto della mediazione civile e commerciale. L’iniziativa prende il nome di I love Mediazione Civile e nasce dalla collaborazione tra alcuni siti web dedicati a questo istituto ed alcune associazioni no-profit favorevoli alla sua introduzione. «Il nome è volutamente molto semplice, quasi banale, per permettere a tutti di coglierne subito il senso», commentano i promotori della campagna promozionale.
E, difatti, il significato del logo risulta subito molto evidente ed è rafforzato da un accorgimento grafico molto originale: il classico cuore del più famoso I love New York è qui costituito da una stretta di mani. «È il simbolo della conciliazione - spiegano Donatella e Roberto, giovani commercialisti - ossia, di ciò che la legge individua come il risultato positivo della mediazione civile». E già le prima centinaia di magliette, spille e adesivi (tutti rigorosamente autofinanziati e fuori commercio) sono pronte ad invadere anche i tribunali e le aule parlamentari.
Si, perchè, come detto, - scrive in una nota Marco Ruggiero - alla base di tutto vi è una questione molto seria ed importante: la non facile introduzione di un nuovo strumento giuridico che si propone il “modesto” scopo di rivoluzionare la giustizia civile italiana. Sembrerebbe una cosa positiva e degna di lode, facilmente condivisibile da tutti e, pertanto, di semplice e veloce adozione. Invece, in Italia le idee migliori non sono mai né semplici, né veloci da mettere in pratica. Questa rivoluzione, infatti, passa necessariamente attraverso la drastica riduzione del numero di cause da far giungere in tribunale in modo da permettere di smaltire decenni di arretrato giudiziario. Sono appunto i mediatori civili, professionisti pubblici o privati, che dovrebbero occuparsi di ridurre il numero di controversie da far arrivare davanti al giudice. È quindi facile comprendere il motivo per il quale alcune categorie professionali (quelle che con le cause ci lavorano) stiano facendo di tutto per impedire che questo istituto possa prendere piede.
Di qui l’esigenza, per chi invece gli è favorevole, di ricorrere addirittura ad apposite e creative iniziative promozionali per sostenerne l’introduzione. «Quel che vogliamo è che i riflettori rimangano costantemente puntati sempre e soltanto sull’istituto della mediazione civile - sottolineano i promotori della campagna, molti dei quali liberi professionisti - tant’è che evitiamo deliberatamente, quando parliamo di questa iniziativa, di fare riferimenti al lavoro di ciascuno di noi. Ecco perché invitiamo gli interessati alla campagna I love Mediazione Civile a cercare maggiori informazioni direttamente in rete e, tra breve, su Facebook. Il nostro scopo è soltanto quello di mettere al corrente la gente dell’esistenza di questo nuovo strumento giuridico in modo da poterne scoprire tutti gli innumerevoli vantaggi».
Vista l’esistenza di veri e proprio fronti contrapposti, è dunque naturale chiedersi quali siano gli interessi che bisognerebbe maggiormente tutelare: se quelli dei professionisti che operano nel campo del contenzioso civile o quelli di un Paese che vorrebbe finalmente dotarsi di una giustizia veloce ed efficiente. Il gran numero di persone che già hanno aderito alla campagna promozionale lascia intuire che una scelta decisa sia stata fatta. Ma l’aspetto più significativo è che tra queste persone figurano anche molti avvocati o futuri avvocati. Segno questo che pure per essi la mediazione civile può rappresentare qualcosa di molto positivo. Magari semplicemente una preziosa occasione lavorativa che permetta loro di mettere a frutto le proprie, indiscutibili, competenze professionali.