Al bar, al cimitero e a far la spesa invece che in Comune: indagati 12 dipendenti pubblici

Reggio Calabria Cronaca

Otto dipendenti pubblici sono finiti indagati dalla Procura di Palmi per le ipotesi, a vario titolo, di peculato, truffa e false attestazioni o certificazioni mentre altri quattro, invece, si sono visti notificare un avviso di conclusione delle indagini preliminari.

Il blitz è scattato all’alba di stamani, nel reggino, dove i carabinieri hanno arrestato e messo ai domiciliari quattro dipendenti del Comune di Rosarno ed altri quattro sono stati sottoposti all’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria.

Tra questi, tutti dipendenti delle varie aree organizzative dell’ente, figurano un responsabile dell’U.O.C. ed una persona che in passato ha ricoperto l’incarico di Comandante della Polizia Municipale.

L’operazione di oggi, denominata Torno subito, arriva al termine di una complessa indagine condotta dalla Tenenza Carabinieri di Rosarno sotto il costante coordinamento della Procura palmese, diretta dal Procuratore Capo Ottavio Sferlazza, nel periodo compreso tra il giugno del 2017 ed il luglio 2018.

Le investigazioni sono scaturite dall’intuizione di un militare che aveva notato un impiegato del Comune che, durante l’orario di lavoro, consumava alcolici e giocava alle slot machine in un bar della vicina San Ferdinando.

Da qui sono partite le indagini che tra pedinamenti, osservazioni e soprattutto utilizzando riprese video, avrebbero fatto mergere una vera e propria prassi, diffusa tra alcuni impiegati dell’ente.

Tra queste, e secondo gli inquirenti, il fatto che i lavoratori utilizzassero i mezzi di servizio comunali per scopi privati, appropriandosene per esigenze ricreative, relazionali o, comunque, personali, come per recarsi e trattenersi in esercizi pubblici della zona.

Gli stessi avrebbero dunque attestato la propria presenza in servizio ma non registrando, col loro badge gli allontanamenti dalla sede di lavoro.

Usciti senza permesso, così, si sarebbero dedicati ad altro: chi sarebbe andato a fare la spesa, chi addirittura al cimitero o, come nel caso di uno di loro, a prendere i figli a scuola.

Le condotte contestate, considerato l’esercizio di una funzione pubblica, sono pertanto aggravate dall’aver commesso il fatto abusando dei poteri e violando i doveri del servizio, anche per coloro che avevano l’onere del controllo su altri dipendenti.

Complessivamente sono stati accertati 300 episodi di “assenteismo” per un danno erariale e d’immagine che sarà oggetto di approfondimento da parte della Corte dei Conti.

GLI INDAGATI

Sono così finiti ai domiciliari: L.G., di 66 anni; C.D., di 68; N.R.F.C., di 65; S.M., di 63. Obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria, invece, per: B.C., di 67 anni; M.M.G., di 61; P.M., di 66; e S.D., di 43.

Le misure sono state eseguite dai Carabinieri del Comando Provinciale di Reggio Calabria. L’ordinanza di applicazione delle misure cautelari personali è stata emessa dal Gip del Tribunale di Palmi su richiesta della Procura della Repubblica locale.