Materia Independent Design Festival, arriva anche l’eclettica Elena Salmistraro

Catanzaro Tempo Libero

C’è anche l'eclettica Elena Salmistraro tra gli ospiti del Materia Independent Design Festival, la più importante manifestazione del Sud Italia dedicata al design, ideata e organizzata da Officine AD degli architetti catanzaresi Domenico Garofalo e Giuseppe Anania, con la direzione artistica di Antonio Aricò.

La V edizione si terrà dal 2 al 4 ottobre coinvolgendo, come sempre in modo importante, il capoluogo della regione Calabria, Catanzaro. Per “Materia Sospesa” - filo conduttore di quest'anno che reinterpreta le immagini della Calabria e della cultura mediterranea, sottolineando il clima di incertezza attuale – Aricò ha invitato i più importanti designer italiani a reimmaginare i simboli religiosi e gli arredi delle chiese.

Tra gli artisti coinvolti c'è anche l'eclettica designer Elena Salmistraro. I suoi progetti, sviluppati per brand di grande livello, sono pubblicati, esposti e premiati frequentemente. Nel 2017, ad esempio, oltre a ricevere il Best Emerging Designer Award al Salone del Mobile, è stata nominata Ambasciatrice mondiale del design italiano durante l’Italian Design Day, Nel 2018, invece, è stata Ambasciatrice del Brera Design District per il FuoriSalone e ha vinto l’Icon Award di Marmomac con il progetto Marea.

La designer ama definirsi “una designer di prodotto essenzialmente, ma sono anche un’illustratrice, scultrice, pittrice, stilista mamma. Credo nelle mescolanze, nelle ibridazioni, è l’unico modo per generare qualcosa di nuovo, di migliore”.

E per Materia verrà coinvolta in una sorta di contaminazione artistica, tanto da ideare “un prodotto in partnership con l'azienda Domenico Cugliari. Il compito a me assegnato è stato quello di disegnare un trono. Come sempre, prima di approcciarmi ad un progetto, faccio delle ricerche. In questo caso a colpirmi, e la scelta della parola non è casuale, è stato l’antichissimo rito dei “vattienti”. Un rito medievale, fatto di sangue e flagellazioni che nell’immaginario comune sono fatte di fruste e corde, un metodo per espiare i peccati. Per questo ho immaginato il trono del sommo, il puro: una sedia grande, comoda ma allo stesso tempo mobile, dondolante, cosi da far vibrare le fruste, le stesse che l’hanno guidato alla purificazione”.