Narrativa: ambientato anche a Crotone “Amori in quarantena” di Alice Avila
È ambientato a Crotone il quarto racconto di “Amori in quarantena”, il libro di Alice Avila pubblicato da Schena editore. Nel testo si fa riferimento al lungomare, alla spiaggia dorata e al mare che “ha un colore smeraldo meraviglioso, sembra quasi di essere ai Caraibi”. Vengono citati anche il castello di Le Castella, “uno dei luoghi più suggestivi della mia regione”, e Capo Rizzuto e il suo “mare splendido, con quei colori verde-azzurro che ti riconciliano con te stessa e con gli altri”. C’è pure un riferimento culinario al “pane casereccio buonissimo, quello di Cutro”.
Crotone è una delle sette città che fanno da sfondo ai racconti di “Amori in quarantena”. Gli altri sono ambientati a Trieste, Roma, Perugia, Torino, Catania e Siracusa. “Perché da nord a sud - afferma l’autrice - l’Italia è stata toccata dal Covid-19. Idealmente ho voluto unirla in sei storie narrate in prima persona dalle protagoniste, donne forti che affrontano l’isolamento generale al quale siamo stati sottoposti cercando di adattarsi. Spesso sognano a occhi aperti, ma sono anche molto concrete”.
Alice Avila, catanese d’origine, romana d’adozione, è una giornalista e lavora come addetto stampa al ministero dell’Ambiente. E’ stata anche responsabile dell’ufficio stampa del Commissario straordinario per la bonifica del Sin (Sito di interesse nazionale) di Crotone. Dal 1996 scrive per il mensile di musica classica a diffusione nazionale “Suonare news”.
“Amori in quarantena” è la sua prima opera narrativa. Il libro è stato già presentato al “Catania Summer fest” del Comune di Catania, alle “Sere d’estate” del castello di Santa Severa, in provincia di Roma, e alla rassegna “Libri in movimento” del Cinevillage di Parco Talenti, a Roma.
Il sociologo della comunicazione Mario Morcellini, commissario dell’Autorità delle comunicazioni e professore alla Sapienza Università di Roma, ha osservato su questo romanzo in racconti: “L’incipit è potente ed espressivo. La scrittura è coltivata, mai banale, e priva di qualunque retorica, con passaggi quasi folgoranti. Il Covid è un complemento di scenario, ma anche un disabilitatore di relazioni. Non è inutilmente gridato e il modo in cui resta sullo sfondo rende questi racconti preziosi per misurare i tanti esercizi di relazione con la pandemia messi in campo da tutti noi”.