Falso invalido e pure “spacciatore” di Fentanyl, finisce ai domiciliari
Falso in atto pubblico e detenzione illecita di farmaci contenenti sostanze di natura stupefacente, in parte destinati alla cessione a terzi.
Con queste accuse un 44enne cosentino è stato arrestato e messo ai domiciliari. Questa mattina i carabinieri di Torano Castello hanno eseguito a l’ordinanza cautelare emessa dal gip del Tribunale di Cosenza, nei confronti del pregiudicato, che percepiva anche l’invalidità dell’Inps.
Secondo le indagini il 44enne era titolare di quella civile al 100% con relativa indennità di accompagnamento a partire da novembre 2014.
Dagli accertamenti - portati avanti sotto la direzione della Procura bruzia, coordinata da Mario Spagnuolo – sarebbe però emersa una vera e propria difformità tra le condizioni di salute mostrate dall’uomo e quanto era risultato dai provvedimenti medico-legali, sulla scorta dei quali l’istituto di previdenza ha erogato le prestazioni assistenziali.
Nel corso delle visite annuali emergerebbe che l’uomo, nonostante l’indennità e l’invalidità al 100%, fosse capace di camminare senza alcun dispositivo. Durante diversi ricoveri in strutture sanitarie pubbliche, anche fuori dalla Calabria (a Roma, Padova e Milano), il 44enne avrebbe inscenato sintomi di un grave deficit deambulatorio per ottenere la documentazione sanitaria per il riconoscimento del sussidio pensionistico e dell'indennità di accompagnamento.
Tuttavia, in diverse occasioni si sarebbe “autodimesso” rifiutandosi di eseguire esami strumentali prescrittigli, indispensabili per inquadrare la patologia di cui riferiva di essere portatore.
L'uomo, con cadenza annuale, davanti alla Commissione medica, si sarebbe presentato in sedia a rotelle, facendosi accompagnare da un amico fidato e sostenendo di non poter camminare, né di potersi alzare in piedi, tanto da non poter compiere gli atti quotidiani senza l’aiuto di qualcuno.
Per gli inquirenti si tratterebbe però di espedienti svelati quando, nell'ambito del procedimento penale avviato dalla Procura, è stato “visitato” da consulenti specialisti, i quali, dopo diversi accertamenti diagnostici, hanno definito il 44enne addirittura come un “acuto simulatore”.
Ma prima della perizia, i carabinieri ritengono di esser riusciti a dimostrare la simulazione portando al vaglio dell’Autorità giudiziaria una serie di elementi di prova.
Sono infatti partiti dalle dichiarazioni rilasciate dalla moglie del 44enne che, nel denunciare i maltrattamenti subiti, ha sostenuto che in casa il marito non avrebbe mai usato ausili ortopedici, che si sarebbe mosso liberamente, come risulterebbe poi da alcuni filmati consegnati dalla donna.
L’uomo è stato quindi monitorato dai carabinieri che lo hanno filmato mentre si trovava alla guida di auto senza dispositivi per disabili.
In particolare, in uno di video viene mostrato mentre si reca in un negozio di Montalto Uffugo. Nell’occasione si sarebbe messo alla guida e avrebbe camminato anche senza alcuna stampella.
Inoltre, il 16 ottobre del 2016 avrebbe provocato un incidente stradale in cui aveva perso la vita un giovane operaio cosentino, essendo allora munito di regolare patente di guida rilasciata dalla Motorizzazione Civile con la sola prescrizione dell'uso degli occhiali da vista.
Dal 2015 ad oggi, come calcolato nel corso dell'indagine, avrebbe pertanto percepito pensione e indennità di accompagnamento per 60 mila euro.
Una volta ottenuto il riconoscimento dell'invalidità civile, il 44enne avrebbe poi indotto il proprio medico di base a farsi prescrivere numerose ricette di farmaci, come il Fentanyl, sotto forma di cerotti medici, per alleviare il dolore sofferto a causa delle asserite patologie.
Per smascherare queste condotte, i Carabinieri di Torano hanno collaborato con i militari del Nas di Cosenza, che hanno documentato, attraverso controlli in Banca Dati, che il piano terapeutico per la prescrizione dei farmaci, in realtà non sarebbe mai stato adottato dalle Autorità sanitarie competenti.
Le quasi 1.300 prescrizioni mediche avrebbero esonerato il paziente dal pagamento del ticket, con costi a carico del Sistema Sanitario regionale per un ammontare complessivo di oltre 82 mila euro.
L’ipotesi è che dopo aver ottenuto le prescrizioni del farmaco, il 44enne si sarebbe recato in varie farmacie della provincia per ritirarne le confezioni e poi, dietro compenso, avrebbe venduto i cerotti ad alcuni assuntori dell’hinterland bruzio.
Circostanze confermate dagli stessi assuntori, sentiti come persone informate sui fatti e che hanno ammesso di aver acquistato il medicinale dal presunto falso invalido, che sarebbe stato solito applicare anche una maggiorazione sul reale prezzo dei cerotti.
Per questi motivi, il gip del Tribunale di Cosenza, su richiesta della Procura della Repubblica, ha emesso nei confronti dell'uomo la misura cautelare dei domiciliari, il sequestro preventivo finalizzato alla confisca di beni per equivalente fino alla somma di circa 142 mila euro.