San Giovanni in Fiore, Loria e Lopez: “Non ha senso il decentramento degli uffici comunali”

Cosenza Attualità
Comune di San Giovanni in Fiore

"Premesso che abbiamo già dato piena disponibilità ai nuovi assessori per il passaggio delle consegne, ognuno di noi per le proprie deleghe, perché crediamo nel valore della continuità amministrativa, riteniamo, comunque, pur senza alcuna propensione per polemiche sterili e preconcette, di dover intervenire rispetto alla volontà della nuova amministrazione guidata dal sindaco Succurro di operare il decentramento degli uffici comunali del servizio cultura e pubblica istruzione e dei servizi sociali presso Palazzo De Marco e Palazzo Romei. Tale decisione, infatti, non può essere giustificata con la necessità di voler avvalersi di queste strutture in quanto ritenute “vuote ed inutilizzate”, come da lei stessa dichiarato, perchè così non è”. E’ quanto affermano Marianna Loria e Milena Lopez, rispettivamente assessore alle politiche sociali la prima ed alla cultura e pubblica istruzione la seconda nella precedente giunta Belcastro.

“Palazzo De Marco – proseguono Loria e Lopez - sede della Biblioteca civica e del Sistema bibliotecario Territoriale Silano (riattivato dalla giunta Belcastro oltre un anno fa, con finanziamenti regionali ottenuti durante la presidenza di Mario Oliverio), negli ultimi 5 anni è stato al centro di un percorso di forte valorizzazione. Non solo ha ospitato diversi progetti, realizzati sia con risorse proprie che con la partecipazione a progetti regionali, come le iniziative di educazione e sensibilizzazione alla lettura, che hanno reso la biblioteca viva e dinamica soprattutto per la presenza di tanti bambini. Sono stati consolidati ed accresciuti anche i servizi agli utenti, realizzate manifestazioni sulla valorizzazione degli autori locali, oltreché a corsi di fotografia, di teatro e di micologia. Al contempo è stata ampliata la dotazione libraria (l’ultimo finanziamento a tal fine, per circa 10mila euro, è stato ricevuto nello scorso mese di settembre). E’ stata, inoltre, rafforzata la fruibilità della struttura con la messa in funzione, dopo oltre un ventennio, dell’ascensore per garantire agli utenti, soprattutto ai portatori di handicap, un facile accesso a tutti i locali. In questo contesto ricordiamo al sindaco Succurro, che il Comune di San Giovanni in Fiore è ancora in attesa di un secondo finanziamento pari a 35.000 euro e della graduatoria di un secondo bando, entrambi legati al sistema bibliotecario ed alla biblioteca comunale. Finanziamenti fermi da quando alla Regione Calabria si è insediata, ormai più di otto mesi fa, la coalizione di centrodestra di cui è espressione il sindaco Succurro e su cui, quindi, la stessa potrebbe intervenire per velocizzare le procedure. In questo contesto dunque diventa un obbligo precisare che, far diventare una biblioteca comunale sede di uffici pubblici è un’azione che ne mortifica la vocazione di “luogo di promozione culturale” svilendola a centro di smistamento pratiche. Discorso a parte, è da fare, per quanto attiene Palazzo Romei. In questo caso va innanzitutto chiarito che l’immobile è di proprietà dell’Aterp e che per essere utilizzato come sede di uffici dovrebbe essere sottoposto a diversi lavori di adeguamento e ristrutturazione, sopratutto per l'abbattimento delle barriere architettoniche, tenendo conto che spesso l'utenza dei servizi sociali è fatta anche di anziani o portatori di handicap.

Lavori che appaiono abbastanza costosi, ma che comunque il nuovo sindaco potrà oggi permettersi perchè, a differenza nostra che abbiamo dovuto combattere con un bilancio in dissesto, ha trovato un Comune finanziariamente sano”

“Alla luce di queste considerazioni – concludono Marianna Loria e Milena Lopez – il decentramento degli uffici comunali, che si sta operando in questo periodo attivamente e prioritariamente rispetto alle problematiche di una nuova amministrazione, appare del tutto privo di senso. La sede comunale è, dopotutto , nuova, ampia e comoda e non ha problemi di spazio tali da richiedere spostamenti così radicali, fermo restando la legittimità di una riorganizzazione degli spazi, certo non in tempo di Covid. Oltretutto, e non per ultimo, è anche prassi ormai consolidata rendere più agevole la fruibilità dei servizi per i cittadini utenti, allocando questi in un unico immobile, evitando loro di dover far il giro della città per sbrigare le varie pratiche comunali. Per non parlare poi dell’importanza che riveste l’interlocuzione tra gli uffici che, se ubicati nella stessa struttura, è certamente più immediata ed facile. Quanto fin' ora descritto dovrebbe essere considerato l'elemento guida, che non può sottostare a nessun altro tipo di considerazione men che meno a quella di locali descritti sterilmente come vuoti ed inutilizzati, perché così non è”.