Operazione Imelda: traffico di droga gestito da latitanti all’estero. IL VIDEO
Il traffico internazionale di droga stroncato dalla Guardia di finanza, era gestito da alcuni latitanti all'estero. Proprio per coprire la latitanza dei capi che gestivano il traffico l'organizzazione aveva creato basi operative e logistiche all'estero che avevano lo scopo di garantire la loro condizione di irreperibilità.
Promotori del traffico internazionale di droga sarebbero stati, secondo quanto è emerso dalle indagini, Antonio e Michele Ascone, di 57 e 32 anni, padre e figlio; Bruno Pisano (28) e Umberto Bellocco (28) e Michele Ascone, che per organizzare l'arrivo in Italia di consistenti partite di cocaina avrebbero utilizzato i loro collegamenti con Belgio, Germania e Olanda e con la zona del Milanese. In quest'ultima area avrebbero svolto un ruolo di rilievo altre due persone coinvolte nell'operazione, Sergio Carretta, di 51 anni, e Rocco Ascone (58), cugino di Antonio, già arrestato nell'operazione Crimine.
Il dato significativo emerso dall'indagine e' l'alleanza strategica tra le cosche della Locride (Nirta-Strangio-Pizzata) e quelle della Piana di Gioia Tauro (Ascone-Bellocco) sfruttando le amicizie tra i vecchi capicosca.
Un altro esponente delle cosche che avrebbe svolto un ruolo di rilievo nel traffico di droga e' Bruno Pizzata, di 55 anni, già coinvolto in altre operazioni contro la 'ndrangheta e latitante da molti anni. Pizzata si e' rifugiato da tempo in Germania e vive nella cittadina di Oberhausen, a pochi chilometri da Dusiburg. Sarebbe stato lui a gestire i rapporti con i fornitori peruviani, colombiani e venezuelani che garantivano all'organizzazione le forniture di droga. Pizzata curava anche l'arruolamento dei 'corrieri' cui affidare il trasporto della droga.
I beni per cinque milioni di euro sequestrati consistono in dieci immobili, tra terreni e fabbricati; 14 automezzi; tre ditte individuali e numerosi conti corrente e polizze vita. I beni, tra cui immobili ed automobili di grossa cilindrata, appartengono ad esponenti delle cosche dei Nirta-Strangio e degli Ascone-Bellocco e sarebbero stati acquisiti attraverso i proventi di un ingente traffico di droga con il Sudamerica. I finanzieri hanno avuto una stretta collaborazione con la polizia tedesca che ha monitorato l'attività dei componenti delle cosche presenti in Germania. Nel corso delle indagini i militari della Guardia di finanza hanno anche individuato e sequestrato numerose armi, tra cui nove pistole con silenziatori e munizioni. Le indagini della guardia di finanza sono state dirette dal procuratore aggiunto della Dda di Reggio Calabria, Nicola Gratteri, e dal sostituto Marialuisa Miranda.
Determinante, ai fini delle indagini sfociante stamani nei 31 arresti per traffico internazionale di stupefacenti, è stata la collaborazione giudiziaria internazionale instaurata dalla Dda di Reggio Calabria con la procura di Duisburg che ha portato gli investigatori del Goa di Catanzaro a lavorare fianco a fianco con la polizia tedesca. Una collaborazione, come sottolineato dagli inquirenti, avviata già all'indomani della strage di Duisburg dell'agosto del 2008 e che, unitamente a quella fornita dalla polizia olandese e belga, si e' rivelata preziosa per tutta la durata delle indagini avendo assicurato, in tempo reale, un continuo flusso di informazioni sui soggetti monitorati e sui loro movimenti, l'ascolto reciproco delle conversazioni che avvenivano in quei paesi nonché l'individuazione e la cattura di pericolosi latitanti. Grazie al sinergico apporto delle polizie di Germania, Olanda e Belgio si e' potuto, infatti, porre fine alla latitanza di ben cinque esponenti di spicco dell'organizzazione che e' stata così privata di fondamentali punti di riferimento nella pianificazione e gestione del traffico di droga. Questa circostanza - e' stato detto - rende l'Operazione Imelda un modello di riferimento assoluto nel panorama della cooperazione giudiziaria considerato che quattro forze di polizia appartenenti a stati diversi, guidate dalle rispettive magistrature e con l'azione di coordinamento assicurata ai vari livelli dalla direzione nazionale antimafia, dalla direzione centrale per i servizi antidroga e dal servizio centrale della Guardia di Finanza, sono riuscite ad operare congiuntamente in tempo reale per il raggiungimento di un unico comune obiettivo.