Alluvione, il vescovo Panzetta alle istituzioni: “Basta con l’elemosina, abbiamo bisogno di infrastrutture”
L'arcivescovo di Crotone - Santa Severina, monsignor Angelo Raffaele Panzetta, ha inviato un suo messaggio a tutti coloro che sono stati colpiti dai gravi fenomeni climatici che hanno interessato il territorio di Crotone e dei centri limitrofi nello scorso fine settimana.
Nel messaggio, Panzetta lancia una richiesta, quella cioè di “chiedere alle istituzioni regionali, nazionali ed europee un'attenzione particolare per questo nostro territorio che non ha più bisogno di elemosine o di mortificanti interventi a pioggia, ma di infrastrutture (strade, ponti, reti ferroviarie e aeroporti, ospedali adeguati), una seria prevenzione del dissesto idrogeologico e del disagio lavorativo. Se queste attese dovessero ancora rimanere inascoltate, come cittadini italiani e calabresi saremmo inevitabilmente portati a chiederci se la nostra bellissima Costituzione costituisca ancora il riferimento imprescindibile della nostra Nazione, e se le Regioni, pur nella legittima autonomia prevista dal nostro ordinamento, riescano ancora a garantire diritti almeno simili ai cittadini che abitano i diversi territori”.
Si dice poi certo che “il grido che sale dalla nostra terra non rimarrà inascoltato. Sono sicuro che, invece, la terribile “policrisi” (sanitaria, economica, ecologica, politica, sociale, culturale, spirituale e identitaria) si dimostrerà un'occasione straordinaria per un cambio di passo verso una cultura della responsabilità e dell'impegno in grado di innescare processi di rinnovamento e di sviluppo”.
Affida i cittadini alla “protezione della nostra Madre Maria, che nella nostra chiesa cattedrale è venerata con il titolo di Madonna di Capocolonna. Con il suo sostegno materno sapremo vivere questa prova guardando a Gesù Cristo e troveremo la forza per rialzarci e per riprendere con più decisione e coraggio il cammino verso il Bene”.
Il suo è un messaggio di “vicinanza a tutte la comunità colpite dall’alluvione e soprattutto a chi è nella prova e nella difficoltà. Il mio pensiero va a chi ha perso la casa, ai commercianti e a tutti coloro che hanno subito danni alle proprie attività, alle parrocchie che hanno visto distrutte opere edificate con il contributo di generazioni di credenti. Penso anche a tutti i nostri malati, anche a quelli affetti dal Covid19, che in questa alluvione hanno visto amplificato il loro disagio”.
E quindi ringrazia “lo sforzo di coloro che si stanno adoperando con dedizione e generosità per alleviare questi disagi e, mentre dico loro grazie, desiderio anche incoraggiare tutti a crescere nella solidarietà e favorire la cultura della speranza e del “darsi da fare”, che hanno sempre contraddistinto la nostra gente, soprattutto nei momenti più critici. Come pastore della chiesa diocesana invito tutti a pregare il Signore della vita perché ci aiuti a ricostruire le strutture, ma soprattutto le persone e il tessuto della comunità, per reagire insieme al concreto rischio di cadere nella disperazione”.
“Abbiamo bisogno, soprattutto in questo frangente, di favorire la prossimità tra di noi e tra le istituzioni, per resistere alla tentazione di coltivare protagonismi personali e interessi di parte che impoveriscono la collettività. La nostra chiesa diocesana sta moltiplicando gli sforzi per farsi prossima a tutti coloro che sono in difficoltà, attraverso servizi capaci di offrire ristoro a tutti i poveri, antichi e nuovi, che purtroppo nel nostro territorio stanno raggiungendo numeri che vanno ben oltre la soglia dell'allarme sociale.
“Come comunità cristiana sentiamo nostro il compito di stimolare e promuovere il protagonismo delle istituzioni democratiche e civili del nostro territorio, che anche se gravate da ataviche inefficienze di cui tutti abbiamo triste esperienza, possono sempre risollevarsi in nome di quel Bene Comune al cui servizio sono preposte. È nostra intenzione sostenere tutte quelle iniziative politiche e istituzionali che avranno il coraggio di ripensare e riprogettare l’impegno per il Bene Comune in questa nostra terra”.