Diocesi Crotone. Mons. Panzetta lascia: sarà vicario del vescovo di Lecce, poi gli succederà

Crotone Attualità

La notizia era nell'aria da qualche giorno, ma è stata confermata solo questa mattina nel corso di una conferenza stampa: l'arcivescovo della diocesi di Crotone-Santa Severina, Angelo Raffaele Panzetta, ha accettato la nomina di arcivescovo coadiutore a Lecce e dunque, dopo poco meno di cinque anni, lascerà la guida della chiesa cittadina.

Al coadiutore è dato il diritto automatico di succedere al corrente vescovo di una diocesi, in questo caso mons. Michele Seccia, che ha compiuto i 73 anni a giugno scorso e che regge la chiesa del capoluogo pugliese dal settembre del 2017.

In pratica, il giorno stesso in cui una diocesi si rende vacante, il coadiutore ne assume automaticamente il governo della Chiesa particolare; fino ad allora, l’attuale vescovo diocesano lo nomina quindi vicario generale.

A conferenza stampa ancora in corso (era fissata a mezzogiorno), è la Conferenza Episcopale della Calabria a confermare il nuovo incarico di Panzetta, esprimendo "i più sinceri auguri a sua eccellenza", ricordando che "i vescovi calabresi, pur con dispiacere, desiderano esprimere sentimenti di profonda gratitudine a Mons. Panzetta per la sua instancabile testimonianza di fraternità e di comunione e per il prezioso servizio svolto con dedizione e amore a favore della comunità diocesana di Crotone-Santa Severina e di tutta la Calabria".

La Cec assicura a Mons. Panzetta poi la propria preghiera e vicinanza spirituale, "confidando che il Signore continui a guidarlo e a sostenerlo nel nuovo cammino che sta per intraprendere nella comunità di Lecce" concludono i presuli augurando "Che il Signore benedica questo nuovo inizio e renda fruttuoso il Suo ministero nella nuova arcidiocesi e nel servizio che gli è stato affidato".

Mons. Panzetta - ordinato sacerdote nell’aprile del 1993 - è stato nominato arcivescovo di Crotone e Santa Severina il 7 novembre del 2019 (QUI), subentrando a mons. Domenico Graziani, che il 23 maggio precedente aveva rassegnato le dimissioni avendo compiuto i 75 anni di età.

La consacrazione episcopale del nuovo presule è avvenuta invece il 28 dicembre successivo (QUI), mentre l’entrata ufficiale nella diocesi è stata il 5 gennaio del 2020 (QUI), nel corso di una lunga cerimonia che si concluse nel Palamilone di Crotone.

"AL MIO SUCCESSORE DICO: CORAGGIO"

Io lascio un bellissimo ricordo; e, soprattutto, lascio quello che ho cercato di fare in questi anni. Io ho cercato di essere un infaticabile annunciatore della parola di Dio, ho cercato di essere un santificatore del popolo di Dio attraverso la grazia dei sacramenti e ho cercato anche di guidare con saggezza la comunità. Certamente, siamo esseri umani, uno ci mette il meglio che sa fare; metto nelle mani del Signore i risultati che ho conseguito, anche gli errori, le cose che avrei potuto fare meglio”.

Queste le parole rilasciate da monsignor Panzetta ai giornalisti dopo la nomina. L'arcivescovo ha aggiunto di aver sperimentato a Crotone “una grande bellezza e tante fragilità, come oggi. La fragilità più forte, forse, è l'incapacità di fare squadra, l'incapacità di lavorare insieme, di progettare insieme. Questo spirito attento alle dietrologie è un freno a mano che il nostro territorio potrebbe correre ben più velocemente”.

A proposito della sua partenza, poi, ha detto: “Non partirò sereno per quello che ho realizzato dal punto di vista oggettivo. Partirò, invece, sereno perché ho messo in campo tutto quello che avevo".

Il vescovo ha sostenuto di avere un rapporto con la Chiesa locale che definisce "nuziale. In ogni rapporto nuziale - afferma - ci sono gioie, gratificazioni e anche dolori. In questa nuzialità anche provata io ho imparato a essere sposo; ho imparato tante cose del mio ministero. Certamente, ci sono stati momenti di crisi, di difficoltà che ho sperimentato, però, penso di essere diventato un uomo migliore, un credente migliore e, se Dio vuole, anche un vescovo migliore in questi anni qui”.

Ed al suo successore dice: “chi verrà è fortunato perché troverà tanta bellezza, tanta voglia di riscatto, tanta voglia di rinascita. È un territorio nel quale la comunità cristiana è rispettata e ha lo spazio per una profezia importante. Quindi gli dirò coraggio, sei un uomo fortunato”.