Caos sanità: sit in in Cittadella di Cgil, Cisl e Uil
Nuova protesta a Catanzaro, dove Cgil, Cisl, Uil Calabria hanno promosso un sit-in di protesta contro la mancata nomina del Commissario alla Sanità e le lacune nella gestione dell'emergenza Covid.
Alla manifestazione erano presenti i segretari generali della Calabria dei sindacati, Angelo Sposato per la Cgil, Tonino Russo per la Cisl e Santo Biondo per la Uil.
Il sit-in si è concluso con un incontro dei tre Segretari generali con il Prefetto di Catanzaro, Maria Teresa Cucinotta. “La rappresentante del Governo – dichiarano Sposato, Russo e Biondo – ha ascoltato con grande attenzione e disponibilità le ragioni della nostra protesta e assicurato, nel corso di un colloquio cordiale e costruttivo, un intervento presso l’Esecutivo per rappresentare le nostre richieste, che sono quelle di tutti i cittadini calabresi, i quali rivendicano il diritto ad una Sanità normale”.
Hanno rivolto quindi “un appello al Presidente Mattarella perché intervenga sul Governo, al fine di voltare pagina sulla brutta vicenda della Sanità calabrese, resa drammatica dalla gravissima pandemia da coronavirus”.
I tre Segretari generali, dopo aver ricordato l’esposto-denuncia sulla situazione della Sanità depositato nelle mani del Procuratore della Repubblica di Catanzaro, Nicola Gratteri, hanno ribadito con vigore la richiesta al Consiglio dei Ministri perché provveda subito a dare una guida al sistema sanitario regionale, “una guida capace e competente – hanno sottolineato –, con un ampio mandato, con la possibilità di scegliere i componenti del proprio ufficio anche al di fuori dell’apparato della Regione”.
“Bisogna infatti con urgenza ampliare la capacità di accoglienza e cura dei contagiati da Covid-19, senza dimenticare i pazienti affetti da altre patologie; rilanciare la sanità territoriale, la medicina d’urgenza e attivare le USCA; riorganizzare la rete ospedaliera. E per riportare la Sanità calabrese alla normalità”, hanno evidenziato, due nodi vanno assolutamente sciolti nel Decreto Calabra: “Uno riguarda la sterilizzazione del debito della Sanità, un debito aumentato e non diminuito in undici anni di commissariamenti decisi dal Governo, quindi non imputabile ai cittadini che non possono più avere un sistema sanitario disastrato e pagarne anche le spese attraverso Irpef e Irap regionali».
L’altro punto cruciale è rappresentato dalla questione delle stabilizzazioni del personale sanitario precario e delle nuove assunzioni, in una regione in cui tra medici, infermieri e personale ausiliario mancano oltre quattromila unità.
Nell’iter del Decreto Calabria verso la conversione in legge, hanno affermato Sposato, Russo e Biondo, si registra qualche novità positiva con l’approvazione di alcuni emendamenti sollecitati dagli stessi sindacati confederali durante l’audizione presso la Commissione Affari Sociali della Camera. Tuttavia, il testo non deve lasciare spazio a dubbi e “fare chiarezza sul personale, sull’ufficio del Commissario e sul debito nella direzione indicata, altrimenti il rilancio del sistema sanitario regionale sarà impossibile”.
“La politica – hanno tra l’altro sottolineato Sposato, Russo e Biondo – deve fare un passo indietro nella gestione della Sanità: ad essa spetta il potere di legiferare e di dare indirizzi, ma va lasciato spazio alla competenza, soprattutto in questa fase delicata in cui si va verso le elezioni regionali”.