Sanità: la Rete “Salviamo il Poliambulatorio di Villa San Giovanni” a confronto con i Sindaci

Reggio Calabria Salute

La Rete “Salviamo il Poliambulatorio di Villa San Giovanni”, una rete nata dal basso dall'unione di cittadini, medici di base e lavoratori della sanità, ha partecipato su invito del sindaco Repaci, in qualità di rappresentante dei sindaci dell’area stretto, ad una riunione tra i primi cittadini, che ha dibattuto sul primo punto all'odg riguardante le problematiche sanitarie che vivono i territori. I rappresentanti della rete hanno avuto modo di ribadire che “il disastro sanitario, oggi sotto gli occhi di tutti, è il frutto di anni di tagli indiscriminati e attacchi alla sanità pubblica che hanno causato una riduzione drastica di servizi, la chiusura o il drastico ridimensionamento di moltissime strutture sanitarie territoriali, così come confermato da quei sindaci dei comuni dove ricadono altri poliambulatori”.

E' stato posto in evidenza come “le carenze nella sanità, messe a nudo dalla pandemia, - si legge in una nota della Rete "Salviamo il Poliambulatorio di Villa San Giovanni"- sono la conseguenza di tagli scellerati per ripagare un debito causato dalla malapolitica e dalla gestione criminale che non ha fatto altro che favorire amici e compari, in un sistema incentrato sul voto di scambio e che ha visto la sanità il bacino di raccolta principale, a danno dei cittadini che per curarsi devono emigrare, quando possono, o peggio rinunciare alle cure. In tutto questo, mentre la sanità pubblica veniva smantellata, quella privata ha lucrato sulla disperazione delle persone e lo vediamo in questi giorni con il discorso dei tamponi.”

Andando nello specifico del poliambulatorio di Villa San Giovanni, i rappresentanti della Rete sottolineano che “la situazione disastrosa in cui versa la struttura: il poliambulatorio copre una popolazione di ben 13 comuni e parte anche della città metropolitana, abbiamo assistito e denunciato situazioni vergognose come le persone in fila dalla 5 del mattino per poter rientrare nella lista di visite fisiatriche, visto che fisiatria ha solo 2 ore alla settimana, persone in mezzo alla strada per ore e ore sotto il sole e la pioggia e con patologie per la scelta del medico, medici in pensione che non vengono rimpiazzati con perdite delle specialistiche, mentre il personale del poliambulatorio e i medici di base devono far fronte alle necessità delle persone senza strumenti idonei”.

“Tutti questi problemi hanno fatto risvegliare la coscienza e la rabbia delle persone, la loro voglia di partecipare a processi decisionali e infatti – avanza nel comunicato la Rete "Salviamo il Poliambulatorio di Villa San Giovanni" - la lotta per salvare il poliambulatorio ha visto una risposta enorme da parte dei cittadini,con l’assemblea pubblica del 27 settembre prima e la raccolta firme ora a sostegno di un documento che si presenta come un vero e proprio dossier dettagliato, dove sono sviluppate le criticità ma anche e soprattutto le proposte per uscire da questa situazione disastrosa, elaborato a più mani con il supporto di utenti, medici di base e tecnici del settore. I cittadini stanno chiedendo, con le loro firme, che questo documento diventi patrimonio della collettività. Al termine della raccolta porteremo questo documento sul tavolo dell’asp e all’attenzione dei commissari. L’asp deve porre immediatamente rimedio a questo situazione, - chiosa - la storiella che non ci sono soldi non tiene più e il debito lo deve pagare chi lo ha procurato. Dall'incontro di auspichiamo che il documento elaborato dalla rete venga sposato sindaci, così come richiesto in questa riunione, e che ci sia un pieno coinvolgimento dei cittadini nei processi decisionali e di confronto sul tema della sanità pubblica, affinché si possa creare un fronte comune di rivendicazioni che hanno come obiettivo quello di mettere al centro gli interessi della collettività e non di chi lucra sulla salute delle persone. Stiamo programmando nuove mobilitazioniannunciano i rappresentanti della Rete- che metteremo in atto quanto prima se non dovessero arrivare risposte certe sulle rivendicazioni che ormai da tempo portiamo avanti.