Gino Strada a Crotone: “Un insulto chiudere gli ospedali. Tornare alla sanità pubblica”
Non è un ospedale da campo quello attivato a Crotone e gestito da Emergency. È quanto ha confermato il fondatore della ong, Gino Strada. “Abbiamo preso in consegna una parte dell’ospedale di Crotone, quindi una struttura in muratura e stiamo allestendo un reparto covid: avremo una trentina di letti in totale. Abbiamo montato due tende al di fuori dell’ospedale con letti pronti per accogliere pazienti in caso di estrema necessità. Penso che il reparto Covid messo in piedi, che sarà ultimato in un paio di giorni e potremo accogliere i primi pazienti venerdì, dovrebbe essere sufficiente. Ci fosse una nuova ondata o picco non ci troverà impreparati perché la struttura tendata è direttamente collegata all’ospedale”.
La struttura servirà per pazienti di bassa e media intensità: “Opereranno una decina di medici di Emergency – ha detto Strada - Se da una parte c'è una carenza di medici, meno marcata è quella degli infermieri che saranno messi a disposizione dall’Asp di Crotone e saranno sufficienti per coprire le necessità di reparto. La situazione a Crotone mi sembra che sia sotto controllo. È incoraggiante la forte volontà di medici e dirigenti di continuare a non abbassare la guardia e di pensare a lungo termine per non trovarci di fronte a sorprese. In generale qui si è in grado di rispondere ai cittadini crotonesi. Stiamo immaginando di mettere in piedi anche unità mobili, squadre Usca per essere a disposizione sul territorio per nuovi malati o pazienti Covid”.
In apertura della conferenza stampa Strada ha detto che vedrà il commissario Longo, con il quale discuterà sul “da farsi. Non so se avrò occasioni di incontrare il presidente facente funzioni della Regione, ma questo non mi crea problemi”.
Quindi l’intervento sul numero degli ospedali chiusi o mai aperti in Calabria. Situazione che definisce “umiliante, un insulto alla popolazione - ha detto Strada -che si chiudano ospedali e si costringano i cittadini calabresi a fare lunghi viaggi per farsi curare. Do disponibilità di Emergency ad aiutare in questo senso. Questo di Crotone è il primo passo. Sarà il commissario ad indicarci nuove priorità e forme di intervento”.
Emergency, ha detto ancora Gino Strada, ha iniziato a lavorare per fronteggiare la pandemia a Milano e Bergamo e in altre parti d’Italia: “Quello di Crotone - ha aggiunto - è stata la prima richiesta che ci ha rivolto il Responsabile della protezione civile, Borrelli, alla quale abbiamo risposto subito. In Campania non siamo intervenuti perché non ci è stato chiesto”.
“In Calabria serve una rivoluzione. Quello della Calabria non è un problema che si risolve in un momento. Ci stiamo focalizzando sul Covid: dobbiamo porre fine alla pandemia, ma poi si dovrà avviare una rivoluzione della sanità pubblica calabrese che è un discorso che non coinvolge noi, i medici e gli infermieri, ma la politica che ha responsabilità decennali”, ha proseguito il fondatore di Emergency.
Ha quindi chiarito la sua posizione in Calabria, dicendo di non essere “diventato commissario della sanità” perché nei colloqui che ha avuto con il Presidente del Consiglio non gli è “mai stato chiesto di fare il commissario. Non mi vedo neppure in quella funzione. Il commissario ha altre funzioni e competenze che io non ho. Ripeto non ho mai discusso con alcuno della nomina a commissario. Né farei l’assessore alla sanità: io non faccio il politico e non o alcuna intenzione di farlo”.
Poi un passaggio sulla sanità privata che non abolirebbe, ma afferma che “deve svolgere il proprio ruolo con i propri soldi e non con quelli della sanità pubblica. Il legame è da spezzare. Questo è un discorso che vale in Calabria ed a livello nazionale. La pandemia ha messo a nudo il re, si è scoperta la fragilità estrema del sistema sanitario italiano che è andato a impoverendosi per l’ingresso massivo del business dei privati: la medicina è diventata come un supermercato. Quanto é accaduto ha suscitato in molti la consapevolezza che è indispensabile tornare alla sanità pubblica. Il bilancio della sanità deve essere della sanità pubblica, il ministro deve essere il ministro della sanità pubblica non della salute. Il primo passo è fare una netta separazione tra sanità pubblica e il resto. Se si rompe quel legame ci si accorgerà che diminuiranno sensibilmente gli investimenti di chi vuole fare soldi, anche attraverso intrallazzi con la politica e la malavita. È un passo che, però, non può essere fatto da un medico, ma riguarda la politica. In Calabria come in tutta Italia”.