Imprese, il 3% sospende attività per il Covid. Oltre il 63% ha problemi di liquidità
Circa 3% delle imprese crotonesi ha dovuto sospendere o chiudere l’attività a causa del Covid, mentre il 63% delle aziende che proseguirà avrà problemi di liquidita nel prossimo semestre.
Emerge dal rapporto Excelsior realizzato dall’ufficio Studi della Camera di Commercio di Crotone che ha elaborato i dati dell’ultima indagine campionaria a cadenza trimestrale sulla domanda di lavoro espressa dalle imprese dell’industria e dei servizi, realizzata da Unioncamere e dall’Anpal nell’ambito del Sistema Informativo Excelsior, relativi alle previsioni occupazionali per il periodo ottobre 2020 – dicembre 2020.
Attraverso la lettura dei dati la Camera di commercio intensifica il monitoraggio sul mercato del lavoro, rendendo ancora più tempestivo e puntuale lo scenario previsionale dell’occupazione nel sistema imprenditoriale regionale.
I dati presentati, sono frutto di interviste realizzate direttamente con gli imprenditori dislocati su tutto il territorio della provincia di Crotone, ai quali viene chiesto di fornire previsioni occupazionali; nello specifico, si tratta dei dati sulle assunzioni programmate dalle imprese crotonesi per il periodo ottobre 2020 – dicembre 2020.
L’epidemia Covid-19 ha interrotto lo svolgimento delle indagini Excelsior presso le imprese, attività che si è poi riavviata dal mese di maggio. In aggiunta alle informazioni sui programmi di assunzione mensili e trimestrali delle imprese, in questa fase di particolari difficoltà, il questionario d'indagine è stato arricchito con una specifica sezione che ha l’obiettivo di monitorare la situazione del tessuto imprenditoriale a seguito dell'emergenza Covid19.
Le imprese stanno attraversando un grave momento di difficoltà a causa della pandemia COVID-19 e conseguenze economiche senza precedenti.
Il 2,7% delle imprese italiane a causa della pandemia COVID-19 e delle disposizioni normative di lockdown sarà costretto alla sospensione dell’attività o persino alla chiusura, mentre il 50,8% delle aziende svolgerà attività in forma ridotta e solo il 46,5% svolgerà attività simili a quelle pre-emergenza. In Calabria, rispetto alla situazione media nazionale, è minore il numero di aziende che svolgerà attività simili a quelle pre-emergenza (38,5%), maggiore quello delle aziende che svolgerà attività ridotte (58,1%) e analoga la percentuale (3,4%) delle aziende che sarà obbligata a sospendere e/o chiudere l’attività. Nel dettaglio a Crotone solo il 35,1% delle aziende svolgerà attività simili a quelle pre-emergenza, il 61,8% delle aziende svolgerà attività ridotte e il 3,1% sarà costretto alla sospensione e/o chiusura dell’attività.
Secondo le aspettative e conoscenze del mercato di riferimento, in tutta Italia solo il 17,2% delle imprese riuscirà entro il 2020 a riprendere a livelli accettabili le proprie attività, il 35,9% nei primi 6 mesi del 2021 e il 46,9% nel II semestre del 2021. In Calabria, l’andamento non varia di molto rispetto alla situazione media nazionale, il 15,7% delle imprese riuscirà entro il 2020 a riprendere a livelli accettabili le proprie attività, il 36,1% nei primi 6 mesi del 2021 e il 48,2% nel II semestre del 2021. Nel dettaglio nella provincia di Crotone solo il 13,9% delle imprese riuscirà entro il 2020 a riprendere a livelli accettabili le proprie attività, il 36,6% nei primi 6 mesi del 2021 e il 49,5% nel II semestre del 2021.
Sul totale provinciale delle imprese che prevedono di proseguire l’attività a seguito dell'emergenza sanitaria COVID-19 il 15,2% prevede un andamento occupazionale nel 2° semestre 2020 rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente in diminuzione, l’82,6% stabile e solo il 2,3% in aumento (a fronte del dato calabrese e italiano pari al 4,2% e 4,3%).
Infine, altra problematica molto sentita è quella legata alla liquidità. Sul totale provinciale delle imprese che prevedono di proseguire l'attività a seguito dell'emergenza sanitaria COVID-19 il 62,9% prevede problemi di liquidità nei prossimi sei mesi, dato simile a quello regionale (61,3%) a fronte del dato italiano pari al 49,4%).
Nonostante il clima di grande incertezza, il fenomeno della “polarizzazione” (che ha visto la domanda di lavoro concentrarsi su soggetti meno qualificati senza alcuna specializzazione o laureati con maggiori specializzazioni) ha subito un leggero calo, una riduzione di 500 unità per il periodo giugno 2020 – settembre 2020.
Ciononostante, i dati evidenziano una previsione occupazionale di 1.200 nuove assunzioni di cui 430 nel mese di ottobre 2020 nella provincia di Crotone, di 5.100 nella regione Calabria e complessivamente in Italia circa 282.000.
Nel 23% dei casi le entrate saranno stabili, ossia con contratti a tempo indeterminato o di apprendistato, mentre per il restante 77% si tratterà di contratti a termine; nello specifico, di contratti a tempo determinato o altra tipologia contrattuale con durata predefinita. Le nuove assunzioni si concentreranno per il 73% dei casi nel settore dei Servizi, il restante 27% nel settore Industria e per l'77% nelle imprese con meno di 50 dipendenti.
Nel dettaglio, rispetto alle 430 assunzioni circa 100 unità saranno assunte nel settore dei servizi operativi di supporto alle imprese e alle persone, 70 unità nel settore del commercio, 70 nel settore delle costruzioni, 60 unità nel settore dei servizi di alloggio e ristorazione insieme ai sevizi turistici, 50 unità nel settore dedicato ai servizi alle persone e infine 80 unità ad altri settori.
In base alla classe dimensionale circa l’78% delle nuove assunzioni riguarderà imprese fino a 49 dipendenti (circa 335 unità); mentre il 5% interesserà le imprese con dipendenti da 50-249 unità (circa 22 unità) e il restante 17% ad imprese con classe dimensionale superiore a 250 dipendenti (circa 73 unità).
Circa il 16% delle nuove assunzioni sarà destinato alle figure di dirigenti, specialisti e tecnici (quota inferiore alla media nazionale 23%); il 26% destinato alle figure operai, specializzati e conduttori impianti; il 10% destinato a profili generici, infine il 20% destinato agli impiegati e il 28% destinato ai professionisti commerciali e dei servizi. Le nuove assunzioni interesseranno per 27% giovani, con meno di 30 anni di età e verrà richiesta al 60% esperienza professionale specifica o nello stesso settore.
Infine in base al titolo di studio al 12% dei nuovi assunti verrà richiesta la laurea; al 44% il diploma; al 20% dei casi la qualifica professionale mentre la scuola dell’obbligo verrà richiesta solo nel 24% delle nuove assunzioni. In 21 casi su 100 le imprese prevedono di avere difficoltà a trovare i profili desiderati, e prevedono assunzioni pari al 10% del totale richiesto.
Le professioni più difficili da reperire risultano il 55% della richiesta di cuochi, camerieri e altre professioni dei servizi turistici il personale, circa il 35% della richiesta di commessi e altro personale qualificato in negozi ed esercizi all’ingrosso e infine il 19% della richiesta di addetti all’accoglienza, informazione e assistenza della clientela; per un totale del 5% sulla richiesta totale di 430 unità.