Domani a Cosenza manifestazione Flc Cgil

Cosenza Attualità

L'esplosione delle polemiche sulle dichiarazioni del Presidente del Consiglio in merito alla scuola che inculca valori opposti a quelli della famiglia, ha spinto la Flc-Cgil provinciale di Cosenza, insieme a movimenti, associazioni, famiglie, esponenti politici, a programmare una manifestazione per il 12 marzo 2011in Piazza 11 Settembre dalle ore 17 alle ore 19. Nel mirino di questo governo ci sono i professori che vengono puntualmente delegittimati nella loro funzione docente e nella libertà di insegnamento, evocando strumentalmente una contrapposizione insegnanti-famiglie nell'attività educativa. Ma l'attacco che questo governo sta portando avanti alla scuola pubblica , al sistema universitario, alla ricerca è sotto gli occhi di tutti con una serie di provvedimenti che di fatto impoveriscono sempre di più un sistema scolastico che avrebbe bisogno di altro. Siamo di fronte a meno tempo scuola, meno docenti specialisti nella scuola primaria, aumento degli alunni per classe, meno ore di insegnamento, soprattutto negli istituti tecnici e professionali, inadeguatezza delle risorse finanziare per l'amministrazione quotidiana della singole scuole. A tutto questo c'è da aggiungere i circa 20 mila posti in meno per i docenti e circa 15 mila posti per il personale Ataper l'anno scolastico 2011/2012 Per la provincia di Cosenza si prevedono circa 350 posti in meno per gli insegnanti e circa 250 posti sempre in meno per il personale Ata che per una provincia come quella cosentina sono cifre enormi per le ricadute che esse hanno sia sul piano sociale che su quello economico. Ma al di la di queste osservazioni non certo trascurabili, è importante sottolineare come questo governo abbia una idea così riduttiva dell'istruzione e dell'educazione. La scuola pubblica è un luogo dove si impara a costruirsi la propria idea in autonomia, istruisce alla conoscenza delle regole e dei pensieri e non un luogo in cui si nega il pensiero critico e libero. In sostanza la scuola deve rispondere ai principi della nostra Costituzione e non agli interessi del Governo. Con questi attacchi smisurati si apre la strada ad un sistema scolastico inaccettabile: E' uno smantellamento ben mirato che passa attraverso non solo gli 8 miliardi di euro in meno e i 150mila posti in meno ma soprattutto da una avversione della scuola statale come istituzione. Per questo è necessario rompere il muro delle menzogne e indignarsi per difendere la scuola pubblica e attraverso di essa la democrazia.