Dichiarano il falso per ottenere buoni spesa covid: oltre 150 denunciati nel catanzarese
False attestazioni di residenza, nuclei familiari ingigantiti, omessa dichiarazione di percezione di altri sussidi. Sono queste alcune anomalie riscontrate dai Carabinieri di Catanzaro, che sin dal primo periodo di lockdown stanno verificando sulla corretta erogazione dei buoni spesa covid gestiti dai Comuni.
Nella fattispecie i militari della stazioni di Gimigliano, Squillace, Borgia e Tiriolo hanno passato al setaccio circa 500 domande - giunte ai Comuni di Squillace, Vallefiorita, Palermiti, Gimigliano, Tiriolo e San Pietro Apostolo - riscontrando 156 dichiarazioni parzialmente o completamente false.
L’operazione è stata denominata “Mala Emptio” e riguarda il periodo tra aprile e giugno scorsi. Nel corso delle investigazioni i carabinieri hanno potuto contare sull’ausilio dell’Inps, di istituti di credito e delle banche dati in uso alle forze di polizia.
Tra i casi più eclatanti, un soggetto ha ottenuto i buoni spesa nonostante fosse regolarmente assunto e percepisse un regolare reddito da lavoro dipendente, mentre un altro che ha ottenuto sempre il beneficio è risultato possessore di decine di migliaia di euro in buoni postali.
I 156 indagati sono stati denunciati per false dichiarazioni al fine di ottenere indebitamente i buoni commerciali. Rischiano adesso una pesante sanzione amministrava, pari al triplo del beneficio illecitamente conseguito.