Nuovo collegio elettorale, Magna Graecia: “Si guardi la sostanza non il pennacchio”
“I partiti e i movimenti civici che redigeranno le liste e sceglieranno i candidati, dovranno, giocoforza, tener conto delle istanze di quest’area geografica, delle esigenze dei suoi cittadini, e delle legittime necessità di rappresentanza. Non fosse altro per prepararsi un terreno fertile che dovrà designare i prossimi eletti, per i territori calabresi, in seno al Parlamento della Repubblica, piuttosto che dilettarsi in un gioco di comari patetico ed avulso dalla realtà”.
È quanto scrive Vincenzo Calzona del Comitato per la Provincia della Magna Graecia in merito alla designazione del nuovo collegio elettorale ionico.
“Con la definizione di questo nuovo collegio elettorale – prosegue Calzona - prevalentemente Jonico e comprendente parti di territorio della Sila che si usa identificare come Greca e del Pollino di levante, non solo si legittima l'esistenza, ma va riconosciuto al Comitato, un certo acume politico ed una visione territoriale", prosegue.
"La stessa, nuova e completamente ignorata e, finora, nemmeno immaginata, oltremodo mortificata, da una classe politica, nazionale e regionale, cieca e per niente lungimirante, che solo oggi, forse, si accorge della maggiore omogeneità di quest’Area Vasta, rispetto ad altri ipotetici assemblamenti burocratici regionali, provando, o facendo finta di farlo, ad inseguire le istanze che provengono dai cittadini di quest'ambito; non tutti e nemmeno consapevoli, per la verità, dell'utilità di agire come un territorio unico, sia nei confronti del Governo nazionale, sia e soprattutto, di quello regionale”, ha scritto il rappresentante del comitato.
E prosegue affermando che nel “Crotonese, in questi giorni, molti già rimpiangono la vecchia, ed ormai definitivamente perduta, eventuale, rappresentanza politica del territorio in Parlamento. Alla perdita in termini numerici di Parlamentari, si aggiunge il lutto per la denominazione del prossimo collegio elettorale alla Camera dei Deputati, che prende la denominazione, ovviamente, della città numericamente più popolosa, composta da due ex comuni, che ha saputo aggregarsi amministrativamente per formare il comune unico di Corigliano Rossano”.
Parla quindi di “vittimismo sterile ed inutile, quello Pitagorico, unito a deleterio campanilismo, che nasconde o dimentica il regresso politico, economico e sociale, che negli ultimi 50 anni , quando ancora non eravamo neppure Provincia, ha portato ad occupare l’ultimo posto per qualità della vita in Italia, e quindi in Europa, Crotone e tutta l’area Ionica circostante, che non contano nulla tuttora, non solo in ambito nazionale, ma addirittura ancora meno in ambito regionale. Tutto questo malgrado, non molto tempo fa, questo ampio territorio abbia eletto, con un inatteso, quanto rivoluzionario, voto popolare in Parlamento, Deputati e Senatori in numero mai avuto prima”, ha scritto Calzona.
E si chiede dunque se “a Crotone, come pure Corigliano Rossano che incassa la vittoria di Pirro per antonomasia, in attesa di prossime e presumibili proposte di politici locali, tese ad aggregazioni di comuni viciniori, in una sorta di inutile gara tesa a far valere, pateticamente, chi conta di più, ed è più virile, non sia necessario, invece, riflettere su come fare gruppo con i vicini compagni di sventura della Sibaritide, non tanto per avere effimeri quanto inutili riconoscimenti formali, quanto per ottenere concreti risultati sostanziali. Alludo a risultati in termini infrastrutturali, economici e sociali, dapprima e soprattutto, in ambito regionale e poi in ambito nazionale”, ha concluso Calzona.